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I sogni hanno un significato da decifrare?

Molte persone pensano che i sogni abbiano un significato nascosto da interpretare con l’analisi dettagliata dei contenuti del sogno stesso e dei pensieri associati. Questa idea venne sostenuta anche dalle teorie di Freud, secondo il quale il sogno è la rappresentazione mascherata, camuffata, di un desiderio del quale non siamo consapevoli e che ha a che fare principalmente con la sfera sessuale. In base a questa prospettiva, il sogno si presenta spesso in forme bizzarre e non comprensibili perché riguarda desideri conflittuali non pienamente accettati dalla persona in virtù della propria moralità o delle norme esplicite o implicite della società.

Sicuramente questa ipotesi può sembrare interessante e affascinante, ma in realtà a livello scientifico non c’è mai stata alcuna convalida. Anzi, le teorie attualmente più diffuse e che si basano sullo studio delle caratteristiche biologiche del sogno sembrano evidenziare dei principi totalmente contrapposti a quelli sostenuti da Freud.

Il sogno come conseguenza dell’attivazione cerebrale

La teoria dell’attivazione-sintesi di Hobson ha dimostrato sperimentalmente che il sogno è una conseguenza dell’attivazione di determinate aree cerebrali. Secondo l’autore, tale attivazione produce delle immagini, alle quali il cervello cerca di dare un senso attraverso un processo di sintesi che porta alla creazione dei sogni.

L’energia che genera il sogno, diversamente da quanto sostenuto da Freud, è prodotta dal cervello e non da pulsioni o da stimoli che non si sono manifestati apertamente a causa di conflitti.

Inoltre, la potenza richiesta per generare il sogno è relativamente debole, mentre Freud credeva che fosse elevata. La teoria di Hobson, quindi, si focalizza molto sui meccanismi cerebrali che innescano il sonno ed il sogno. In quest’ottica i sogni risultano bizzarri ed enigmatici non perché manifestano dei contenuti che non possono essere espressi direttamente, ma in virtù dei meccanismi di funzionamento del cervello durante il sonno. Non c’è, quindi, nessun messaggio o significato nascosto da decifrare e da portare alla luce. “I sogni sono comprensibili almeno per quanto lo consentono le particolari condizioni di funzionamento del cervello durante il sonno.” (Hobson).

Questa teoria, inoltre, afferma che la sintesi onirica può avere varie fonti alle quali attingere, tra le quali è possibile trovare i desideri (espliciti e non camuffati) ed i conflitti, soprattutto nel caso di sogni ricorrenti. Tuttavia, esistono anche tante altre fonti molto importanti, tra le quali le conoscenze, le opinioni della persona, le esperienze, le preoccupazioni o qualsiasi altro tipo di input recente.

Ma perché sogniamo? A cosa serve il sogno?

A questa domanda non è stata ancora trovata una risposta definitiva.

Alcune teorie recenti hanno avanzato l’ipotesi che il sogno svolga un ruolo di facilitazione dell’apprendimento. Ad esempio, in alcuni studi è emerso che gli studenti universitari sognano di più quando stanno preparando degli esami. Al tempo stesso, però, è stato evidenziato anche che le persone che non sognano a causa di determinate lesioni cerebrali riescono comunque ad acquisire conoscenze e ad apprendere compiti anche molto complessi.

L’effetto del sogno sull’apprendimento, quindi, se presente, sembra essere minimo.

 

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

Bibliografia

De Pascalis V., (2008), “La coscienza”, in N. R. Carlson, Heth C.D., Miller H., Donahoe J. W., Buskist W., Martin G. N., Psicologia. La scienza del comportamento. Piccin, Padova.

Hobson A.  (2006), “Il modello freudiano dei sogni non è plausibile”, in C. Meyer, Il libro nero della psicoanalisi. Fazi, Roma.