Ti è mai capitato di rimandare qualcosa che avevi programmato di fare?
A volte si può rimandare perché subentrano degli imprevisti che modificano le proprie priorità.
Altre volte può capitare di rimandare a causa di una pianificazione sbagliata delle attività quotidiane: sono tante, infatti, le persone che programmano di fare troppe cose.
Altre volte ancora, però, si rimandano delle attività anche quando si ha a disposizione tutto il tempo per farle. Molte persone dicono a se stesse: “lo faccio domani”, che poi spesso diventa dopodomani, tra tre giorni, tra una settimana, tra un mese, tra qualche mese, tra un anno…e a volte addirittura MAI!
Perché si può avere la tendenza a rimandare?
Possono esserci tante ragioni. Ecco alcune delle più diffuse.
Non si è interessati a fare una certa cosa
Occorre valutare, però, se l’attività in questione può essere evitata o meno. Ci sono delle cose che dobbiamo fare anche se non ci piacciono e in quei casi è perfettamente inutile rimanere immobili e magari lamentarsi, anzi è dannoso perché ci toglie tempo ed energie che potremmo impiegare in altro modo. Non vuoi fare quella cosa ma, per i motivi più svariati, la devi fare? Bene, motivo in più per trovare la giusta strategia per non rimandare e per toglierti il pensiero.
Si teme di fallire
In questi casi il rimandare è una difesa che consente alla persona di non arrivare mai a confrontarsi con il “momento della verità”, ossia con il momento in cui correrà il rischio di trovare molti ostacoli e/o di fallire. Non facendo mai dei tentativi, però, si fallisce a prescindere. Meglio provare e, se le cose non vanno nel verso giusto, cercare altre strategie per raggiungere l’obiettivo.
Rimandare perchè si aspetta il momento giusto
Cioè il momento in cui si avrà il giusto entusiasmo, la giusta ispirazione, il momento in cui tutte le circostanze sembrano favorevoli. In genere, però, il momento veramente perfetto non esiste mai e allora o provi o rinunci definitivamente (per saperne di più leggi l’articolo ASPETTARE IL MOMENTO GIUSTO)
Si resta in attesa…
di qualcuno che faccia le cose al proprio posto o di qualcosa (qualche circostanza fortuita) che cambi la situazione. Qualche esempio? Non si sbrigano certe commissioni personali perché tanto le farà qualcun altro. Si evita di studiare bene per l’esame perché prima o poi si riuscirà a passarlo per fortuna. Non si lavora per apprendere una certa abilità lavorativa importante perché arriverà il giorno in cui non sarà più così importante. Se anche queste eventualità si verificano e, quindi, alla fine non si è costretti a fare determinate cose, il fatto di non attivarsi mai per affrontare delle attività o per sbrigare delle incombenze rende le persone sempre più insicure e prive di risorse. Si crea, quindi, un circolo vizioso nel quale, gradualmente, si diventa incapaci di fare anche le cose più semplici.
Quando si rimanda costantemente spesso ci si illude che sarà per poco e che non si produrranno conseguenze negative. Prima o poi, però, arriverà il momento di fare i conti con il tempo perso, con i progetti mai realizzati, con i sensi di colpa, con la propria autostima sempre più bassa.
“Procrastinare è come utilizzare una carta di credito: ci si diverte molto fino a quando non arriva il conto” (Christopher Parker)
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