Tutti –o quasi- hanno sentito parlare almeno qualche volta di attacchi di panico dal momento che si tratta di un problema che riguarda tantissime persone e che, quindi, è molto conosciuto. Nonostante questo, però, ci sono anche delle informazioni sbagliate che sono molto diffuse tra le persone. Vediamo 3 delle più frequenti.
1. All’origine degli attacchi di panico c’è un trauma o delle relazioni sbagliate
Contrariamente a quello che comunemente alcune persone credono, all’origine degli attacchi di panico e dei problemi psicologici più in generale non è detto che vi sia un trauma o un episodio specifico a seguito del quale il disturbo si è strutturato. Certamente questo può capitare –pensiamo, ad esempio, a chi ha avuto un brutto incidente automobilistico ed ha un attacco di panico quando prova a guidare o quando percepisce delle somiglianze tra le condizioni di guida attuali e quelle nelle quali si è verificato l’incidente-.
Sono decisamente più frequenti, però, le situazioni nelle quali il disturbo da attacchi di panico non deriva né da un trauma, né dal tipo di infanzia vissuta e dalle relazioni instaurate con i genitori, ma da una serie di comportamenti disfunzionali legati alla gestione della paura e dall’ansia.
2. Fa bene parlarne con amici e parenti
Spesso si crede che parlare con amici, parenti o anche semplici conoscenti delle proprie difficoltà può essere d’aiuto perché può consentire di alleviare il proprio disagio. In realtà, però, parlare di quello che mette paura e ansia può anche contribuire ad incrementare ancora di più queste percezioni e può portare la persona a concentrarsi sul problema piuttosto che sulla sua soluzione.
Nel migliore dei casi parlare con gli altri può produrre un sollievo che, però, è solo momentaneo e ovviamente non risolutivo. Di solito, dopo un po’ la persona si sente in difficoltà tanto quanto prima o addirittura di più. Il panico, infatti, è l’estremizzazione della paura e la paura deve essere affrontata e superata in prima persona: un amico o un familiare non può aiutarci in questo.
3. I farmaci sono indispensabili per superare gli attacchi di panico
Anche se i farmaci sono spesso usati nel trattamento del panico, è importante sapere che non sono sempre indispensabili. Molto spesso, infatti, è possibile intervenire esclusivamente attraverso la terapia psicologica. Ci sono, poi, delle situazioni nelle quali, invece, l’uso degli psicofarmaci è indispensabile o comunque può essere molto utile, ma anche in questi casi la terapia farmacologica dovrà avere una durata limitata e dovrà essere affiancata sempre da una terapia psicologica che possa guidare la persona a modificare le sue percezioni e, di conseguenza, il suo modo di agire.
Il panico si sviluppa perché la persona non è in grado di gestire adeguatamente la paura che sperimenta in determinate circostanze. I farmaci non agiscono in alcun modo su questa percezione di paura –che invece può essere oggetto di trattamento della terapia psicologica-, ma piuttosto servono per controllare l’ansia che deriva dalla paura. I farmaci, quindi, non risolvono il problema alla base ma tamponano le manifestazioni più eclatanti e problematiche del problema.
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Bibliografia
Nardone G. (2000). Oltre i limiti della paura. Superare rapidamente le fobie, le ossessioni e il panico. BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, Milano.
Nardone G. (2005). Non c’è notte che non veda il giorno. Tea, Milano.
Nardone
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panico. Ponte alle Grazie, Milano.