Che cos’è la bulimia?

La bulimia è un disturbo alimentare che si caratterizza per la presenza di abbuffate, che sono episodi nei quali la persona mangia una grande quantità di cibo, molto di più di quanto vorrebbe e di quanto dovrebbe in base alle sue esigenze nutrizionali. L’abbuffata, quindi, non è determinata dalla fame, ma è un impulso incontrollabile alla consumazione alimentare. Durante le abbuffate, infatti, la persona percepisce di non riuscire in alcun modo a controllare quello che sta facendo e successivamente si sente in colpa.

Le varie tipologie

All’interno del quadro clinico della bulimia è possibile trovare delle situazioni che presentano caratteristiche che sono molto diverse tra loro. Secondo le ricerche condotte dallo psicologo e psicoterapeuta Giorgio Nardone e dai suoi collaboratori è possibile individuare tre diverse categorie di bulimia: la bulimia boteriana, la bulimia da effetto «carciofo» e la bulimia jo jo.

La bulimia boteriana

Riguarda quelle persone che hanno lottato per anni e anni per ottenere una buona forma fisica, fino a che, dopo numerosi fallimenti, si sono arrese all’estenuante lotta con il cibo e, alla fine, hanno ceduto totalmente al piacere di mangiare.

Chi soffre di bulimia di tipo boteriano, quindi, arriva a percepire la propria condizione come inevitabile, ma si adatta ad essa e la accetta.

La bulimia da effetto «carciofo»

Si manifesta quando oltre al problema alimentare, sono presenti anche delle problematiche emotivo-relazionali. Il disturbo alimentare, quindi, è qualcosa verso il quale la persona orienta tutte le sue energie per evitare di affrontare tematiche che percepisce come più complesse. Ad esempio, la scarsa desiderabilità estetica può proteggere la persona dal doversi confrontare con la possibilità di vivere relazioni che percepisce come impure o travolgenti e, per questo motivo, incontrollabili. 

La bulimia jo jo

E’ la forma più frequente e si presenta quando la vita della persona è scandita tra periodi nei quali riesce a controllare il proprio rapporto con il cibo e periodi nei quali, invece, perde il controllo e si lascia andare ad un’alimentazione del tutto sregolata. Anche l’umore della persona e la valutazione che dà a se stessa sono altalenanti. Si passa, pertanto, da fasi di serenità e di fiducia in sé a fasi nelle quali l’autostima crolla e regnano i sensi di colpa per aver ceduto alle tentazioni.

Il trattamento secondo la terapia breve strategica

La terapia breve strategica ha un tasso di efficacia dell’88% nel trattamento della bulimia. L’obiettivo terapeutico è quello di aiutare la persona a sviluppare un rapporto equilibrato e piacevole con il cibo, facendole sperimentare che mangiare di gusto ed essere in forma non sono affatto obiettivi inconciliabili, ma è importante usare le giuste strategie.

Quando sono presenti anche delle problematiche emotivo-relazionali, inoltre, è necessario intervenire anche su questi aspetti aiutando la persona a gestire in maniera funzionale l’emotività e i rapporti con gli altri.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

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Bibliografia

Nardone G. (2003), Al di là dell’amore e dell’odio per il cibo. Guarire rapidamente dalle patologie alimentari, Ponte alle Grazie, Milano. 

Nardone G., Valteroni E. (a cura di) (2014), Dieta o non dieta, Per un nuovo equilibrio tra cibo, piacere e salute Ponte alle Grazie, Milano.