Che cos’è il lutto perinatale?
Si parla di lutto perinatale quando la morte avviene prima o durante la nascita oppure poco dopo (fino a 7 giorni dopo il parto secondo l’OMS).
Come negli altri lutti, anche in questo caso possono essere sperimentati vissuti di shock, di incredulità, di dolore, di rabbia, di disperazione. A questi si può aggiungere anche la vergogna ed il senso di colpa per il proprio corpo pensato come privo di capacità generative.
Qual è la specificità di questo lutto?
Diversamente da quello che avviene negli altri lutti, nel lutto perinatale la perdita riguarda una persona che non è stato possibile conoscere attivamente e con la quale non è stato possibile condividere attività e costruire ricordi. Nonostante questo, si tratta comunque di una persona con la quale si è creato un forte attaccamento. Era una persona che esisteva nelle proprie fantasie, nei propri desideri, nei propri progetti, nelle conversazioni quotidiane.
Il lutto perinatale, soprattutto quando avviene nelle prime fasi della gravidanza, può essere soggetto ad un pregiudizio culturale. Infatti, a volte capita che i genitori, anche a causa delle osservazioni altrui, non si sentano in diritto di soffrire per qualcuno che spesso non è considerato ancora un bambino. A tal proposito, i genitori a volte non sanno neanche come dovrebbero sentirsi e hanno il dubbio che quello che provano non è normale
L’elaborazione del lutto perinatale
Come per gli altri lutti, anche l’elaborazione del lutto perinatale richiede di attraversare il dolore per superarlo, trasformando una ferita aperta in una cicatrice. Chi ha subito un lutto spesso ha la tendenza a rifuggire il dolore (ad esempio distraendosi e cercando di non pensarci) e, proprio per questo, lo amplifica in quanto inibisce il naturale processo di elaborazione. Il tentativo di voler evitare il dolore può essere particolarmente forte nel caso del lutto perinatale proprio per le specificità descritte prima.
L’elaborazione del lutto richiede anche che i genitori siano adeguatamente informati di quelli che sono i loro diritti e le possibilità che hanno. Ad esempio, non tutti i genitori sanno che, se vogliono, possono stare con il figlio morto per conoscerlo al di fuori della pancia e per costruire dei ricordi. Possono anche svolgere il rito di commiato ed essere informati sulla sepoltura.
Nell’elaborazione del lutto, inoltre, è importante sapere che il processo non sarà necessariamente rapido e che è importante concedersi il tempo necessario. In quest’ottica è opportuno tenere a mente che la ricerca rapida di una nuova gravidanza può essere un tentativo inefficace di affrontare il lutto. Infatti, nessun nuovo figlio può sostituire il figlio perduto ed il vuoto che lui ha lasciato.
3884462095
erica.tinelli@hotmail.it
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Per approfondire
Ravaldi C., Rizzelli C. (2018). La morte perinatale e il sostegno possibile, Quaderni ACP. https://acp.it/assets/media/Quaderni-acp-2018_254_178-181.pdf