Nella nostra società l’aspettativa di vita è sempre più alta e sono sempre più numerose le persone stanno vivendo la terza età.

Questo fenomeno, in gran parte legato al miglioramento della qualità della vita e al progresso della medicina, da un lato rappresenta sicuramente un fatto positivo; dall’altro, però, pone alle famiglie e alla società nuove sfide da affrontare.

Molto spesso, infatti, gli anziani si sentono soli ed emarginati, sono depressi e manifestano un declino cognitivo che può essere più o meno marcato. Questi fattori possono intaccare notevolmente il loro benessere e quello delle persone vicine, ma possono essere gestiti efficacemente per produrre un miglioramento della qualità di vita. Ecco alcuni aspetti sui quali è possibile intervenire con l’aiuto di conoscenze e di strumenti psicologici.

Terza età e stimolazione cognitiva

Nella terza età solitamente si assiste ad un decadimento delle capacità cognitive, ad esempio l’attenzione, la memoria ed il ragionamento logico. In parte questo declino può essere inevitabile e fisiologico. In parte, però, questo cambiamento può essere controllato, gestito, indirizzato al meglio. Chi ha un determinato stile di vita che prevede di avere una mente sempre in allenamento, infatti, risente molto di meno del decadimento cognitivo.

Attraverso specifiche esercitazioni di stimolazione cognitiva adattate alle caratteristiche della persona, è possibile evitare il deterioramento delle abilità cognitive o rallentare notevolmente questo processo. Inoltre, lo psicologo può fornire anche delle indicazioni su quello che la persona o i familiari potrebbero fare per incentivare ulteriormente la stimolazione cognitiva. 

Gestione delle emozioni

Spesso gli anziani sperimentano vissuti di profonda tristezza o di vera e propria depressione. Può anche accadere che vivano altre emozioni intense, come ad esempio la rabbia o i sensi di colpa connessi a rimorsi o rimpianti. E’ molto diffusa anche la sensazione di inutilità, connessa all’idea di non poter più svolgere alcun ruolo importante o di essere addirittura un peso.

Tutti questi vissuti possono provocare frustrazione e abbattimento e per evitare che diventino davvero problematici è necessario che vengano adeguatamente elaborati e gestiti. L’aiuto di uno psicologo può diventare indispensabile anche in riferimento a questo aspetto.

Gestione delle relazioni

Durante la terza età molte persone tendono ad isolarsi o comunque ad avere molti meno contatti sociali. Questo è un grosso limite in quanto le relazioni sociali rappresentano un importante fattore di protezione nei confronti del declino cognitivo e della depressione. Chi si isola, però, soprattutto se per molto tempo, atrofizza le proprie abilità sociali e, di solito, sviluppa un isolamento ancora più consolidato. In questo caso lo psicologo, quindi, può aiutare le persone a riscoprire a e a potenziare le proprie abilità affinchè le interazioni con gli altri diventino un piacere e non una tortura.

La gestione delle relazioni, inoltre, riguarda anche il rapporto con i familiari, ad esempio i figli, che spesso non sanno cosa potrebbero fare per aiutare i propri cari o che vivono delle difficoltà che non sanno come gestire. Anche in questo caso una consulenza psicologica può essere utile per capire come agire.

Dott.ssa Erica Tinelli

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