Le fobie sono delle paure irrazionali orientate situazioni innocue oppure paure legittime che, però, raggiungono livelli eccessivamente elevati, diventando, quindi, sproporzionate.

Perché questo avviene? Secondo il senso comune le fobie sono la conseguenza di traumi, ma spesso non è così.

Quando le fobie si manifestano in assenza di traumi

Spesso le persone hanno il terrore di specifiche situazioni anche in assenza di esperienze problematiche connesse a quelle situazioni. C’è chi, ad esempio, ha la fobia della guida anche se non è mai stato vittima o osservatore di incidenti; chi ha paura dei cani o di altri animali pur non avendo mai vissuto aggressioni o situazioni poco spiacevoli; chi ha la fobia del dentista anche se non ci è mai andato o non ha mai dovuto subire interventi problematici; c’è chi ha la fobia dell’aereo anche se i viaggi che ha fatto sono sempre andati benissimo…e così via.

Quando le fobie si manifestano a seguito di traumi

In altri casi, invece, le fobie si sviluppano a seguito di un trauma che, però, non necessariamente rappresenta il focus dell’intervento psicologico perché la persona potrebbe aver elaborato adeguatamente il trauma, pur continuando a manifestare la fobia.

Il primo compito del professionista, quindi, è valutare se si è in presenza di un disturbo da stress post-traumatico o di una fobia, indipendentemente dal fatto che questa si è manifestata successivamente ad una specifica esperienza. Il disturbo da stress post-traumatico e le fobie, infatti, hanno delle caratteristiche e delle logiche di funzionamento differenti e, pertanto, richiedono interventi diversi. In assenza di un disturbo da stress post-traumatico, l’intervento sarà focalizzato sulla fobia e sui meccanismi che determinano il suo mantenimento.

Un esempio

Pensiamo ad un ragazzo che ha la fobia della guida e che, in passato, è stato vittima di un incidente.

Se a seguito di tale incidente il ragazzo ha sviluppato un disturbo da stress post-traumatico, il suo trattamento rappresenterà il primo bersaglio dell’intervento terapeutico. Tale intervento potrà essere sufficiente a sbloccare completamente la situazione oppure potrà essere necessario, successivamente, anche intervenire sulla fobia.

Se, invece, il ragazzo, a seguito dell’incidente non ha sviluppato un disturbo da stress post-traumatico, si interverrà direttamente sui meccanismi che sono alla base dello strutturarsi delle fobie, come ad esempio l’evitamento mentale e comportamentale, il chiedere costantemente aiuto, il tentativo di controllare pensieri e reazioni psicofisiologiche.

Il fatto che un trauma precede una fobia, infatti, non vuol dire che il trauma ne rappresenti la causa o il fenomeno che determina il mantenimento del problema.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

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