Chi decide quando si conclude un percorso di psicoterapia o di consulenza psicologica?

Dipende da quelli che sono i motivi per i quali si arriva alla conclusione del percorso.

A volte la conclusione si verifica per scelta della persona, ad esempio quando non si sente a suo agio con il professionista o quando si rende conto che il percorso è più impegnativo di quanto immaginava.

Altre volte, invece, è il professionista che sceglie di concludere il percorso perché si rende conto di non poter aiutare la persona più di quanto ha già fatto.

Nella condizione ideale, però, tali percorsi si concludono quando è stato risolto il problema o raggiunto l’obiettivo che hanno portato ad intraprendere il percorso. In questo caso, di solito, il percorso può considerarsi davvero concluso quando sia il professionista che la persona ritengono che non c’è bisogno di continuare. La valutazione, quindi, dovrebbe essere concorde.

Le sensazioni associate alla conclusione

Molte persone sono felici e serene. Giustamente, considerano la conclusione come un successo di cui andare fiere e di cui essere soddisfatte.

Può essere presente anche una sensazione di insicurezza e la paura di non essere in grado di andare avanti in autonomia. Non si tratta di sensazioni negative da combattere perché possono essere legittime e non preoccupanti se gestite adeguatamente.

E se, invece, poi dovessi averne ancora bisogno?

Concludere un percorso non vuol dire dirsi addio per sempre. Vuol dire che in quel momento la situazione sembra risolta e stabile e non sono presenti altre questioni da affrontare o da monitorare. Potrebbero, però, emergere successivamente.

La persona, quindi, avrà sempre la possibilità di rivolgersi nuovamente al terapeuta nel caso in cui ritenesse utile confrontarsi con lui. Insomma, la porta rimane sempre aperta.

La conclusione precoce

A volte la persona decide di interrompere precocemente il percorso prima di aver risolto completamente il problema o prima di aver raggiunto l’obiettivo perché ritiene comunque di aver ottenuto abbastanza. Ovviamente si tratta di una scelta personale che va rispettata. La persona, infatti, può interrompere in qualsiasi momento.

È importante, però, essere consapevoli del fatto che l’interruzione precoce può comportare dei rischi, connessi molto spesso al mancato consolidamento di quanto appreso. In terapia, infatti, non è importante solo apprendere nuove strategie, abitudini, modalità di pensiero e comportamento, ma anche consolidare il tutto per evitare di ricadere, presto o tardi, nei vecchi copioni disfunzionali. Se non si conclude il percorso, quindi, è possibile non arrivare mai a risolvere completamente il problema, ma si rischia anche di tornare indietro.

Nel momento in cui, comunque, la persona decide di interrompere, consiglio sempre di confrontarsi prima con il professionista, senza sparire con delle scuse o senza dichiarare le proprie intenzioni. Il confronto con il professionista, infatti, può aiutare la persona a fare una scelta consapevole, qualunque essa sia. Inoltre, può servire ad avere delle indicazioni generali che possono essere utili per gestire eventuali difficoltà che potranno presentarsi.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

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