L’efficacia di un percorso psicologico o psicoterapeutico non dipende solo dalle competenze dello psicologo, ma anche dall’impegno e dalla serietà della persona nell’affrontare il percorso.

Ecco alcuni consigli da seguire per ottenere il massimo.

Non fidatevi, ma affidatevi

Le persone che si rivolgono ad uno psicologo non devono necessariamente fidarsi ciecamente di lui ed essere convinte che riuscirà sicuramente ad aiutarle. Anzi, mantenere un atteggiamento di dubbio, oltre che normale, può essere utile per capire se si stanno ottenendo dei risultati. Saranno i risultati a dire se ci si può fidare o meno della persona alla quale ci si è rivolti.

Se, quindi, fidarsi non è necessario, quello che è indispensabile fare, invece, è affidarsi. Affidarsi vuol dire farsi guidare e seguire rigorosamente le indicazioni, ad esempio in termini di frequenza delle sedute e di svolgimento di compiti assegnati. È possibile affidarsi anche senza fidarsi; quindi è possibile avere dei dubbi sul fatto che la consulenza sarà utile, ma decidere comunque di dare e di darsi la possibilità di fare tutto al meglio per poi verificare che cosa succede.

Esprimete sempre i vostri dubbi allo psicologo

Nel corso della consulenza chiunque può avere dei dubbi che possono riguardare il lavoro generale che si sta facendo -ad esempio in termini di efficacia ed efficienza-. In altri casi i dubbi si riferiscono ad aspetti più circoscritti, come ad esempio il perché sono state date determinate indicazioni.

A volte i clienti possono avere la percezione di non aver compreso determinate scelte professionali. Effettivamente può capitare che lo psicologo non si soffermi tanto quanto dovrebbe sulla spiegazione delle decisioni che prende, ad esempio perché può credere che la persona non sia interessata ad approfondire aspetti più tecnici oppure perché può essere troppo sbrigativo in certi passaggi o, ancora, perché può utilizzare un linguaggio di difficile comprensione. 

È sempre bene esprimere le proprie perplessità allo psicologo. Infatti, non affrontare certi argomenti può provocare dei malintesi, produrre confusione o generare delle fantasie che potrebbero essere parziali o del tutto sbagliate. In questo modo si può attivare un confronto che può portare ad una maggiore comprensione, da entrambe le parti.

Siate sinceri

Non è raro che le persone raccontino allo psicologo delle bugie che possono riguardare la propria situazione, il proprio comportamento, l’attuazione delle indicazioni ed i relativi effetti. Alla base della scelta di dire bugie ci possono essere tante motivazioni, ad esempio la paura di essere giudicati o rimproverati, il desiderio di apparire migliori rispetto a quello che si pensa di sembrare, il voler mettere lo psicologo alla prova. Un’idea molto diffusa è quella secondo la quale un bravo psicologo dovrebbe comunque accorgersi delle menzogne che ascolta. In effetti molto spesso le bugie vengono scoperte, ma questo a volte può richiedere un po’ di tempo.

Raccontando delle bugie la persona fa un danno a se stessa perché non permette al professionista di verificare in maniera puntuale la situazione iniziale, come questa evolve e se si producono dei cambiamenti desiderati. Tutto questo ha un impatto sulla possibilità di creare condizioni di vita migliori e sulla velocità con la quale è possibile raggiungere questo risultato ambizioso.  Provate a pensare, allora, allo psicologo non tanto come una persona che deve giudicarvi, che deve punirvi o che deve dimostrare la sua abilità nello smascherarvi, ma come un professionista che usa le sue competenze per farvi stare bene e che potete aiutare in questo compito essendo sempre sinceri con lui.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

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