A volte le persone che soffrono di panico hanno la tendenza a farsi accompagnare da qualcuno in determinati luoghi per affrontare le loro paure. L’idea è quella di avere una persona pronta a soccorrere in caso di malessere.

Mi viene in mente, per esempio, F. che ogni volta che doveva andare in alcuni posti affollati (per esempio al supermercato) si organizzava per non essere mai da sola. Spesso andava con un’amica o con sua madre, qualche volta si faceva accompagnare dal marito.

Voleva accanto una persona cara nel caso in cui si fosse sentita male o avesse sentito l’esigenza di scappare all’improvviso. Tutto questo, però, non lo diceva apertamente, nemmeno a se stessa. Non ammetteva di chiedere aiuto per paura.

Se la raccontava molto bene.

Per esempio chiedeva alla madre di andare insieme così anche lei avrebbe potuto fare la spesa.

Chiedeva all’amica di andare insieme in modo da sfruttare l’occasione per chiacchierare.

Chiedeva al marito di andare con lei in modo da scegliere insieme la cena. E così via.

Durante una seduta del mio percorso online “no al panico sì alla vita” l’ho guidata a sentire che ogni volta che andava al supermercato accompagnata faceva peggiorare il suo problema, anche se lì per lì si sentiva più tranquilla.

Facendosi accompagnare si lanciava continuamente un messaggio implicito di incapacità.

Era come se una parte di lei le dicesse: “Ti fai accompagnare perché da sola non sei in grado di andarci”.

La paura del supermercato aumentava sempre di più, così come la sua percezione di non essere capace di andarci da sola.

Per lei è stato sufficiente pensare ripetutamente a questa cosa per innescare i primi miglioramenti, piccolissimi ma inesorabili.

Secondo me spesso le più grandi rivoluzioni spesso partono dalle piccole cose, tu che ne pensi?

Dott.ssa Erica Tinelli

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