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Erica Tinelli

Psicologa a Roma, Viterbo e Online

SOFFRI DI PANICO E TI FAI ACCOMPAGNARE?

A volte le persone che soffrono di panico hanno la tendenza a farsi accompagnare da qualcuno in determinati luoghi per affrontare le loro paure. L’idea è quella di avere una persona pronta a soccorrere in caso di malessere.

Mi viene in mente, per esempio, F. che ogni volta che doveva andare in alcuni posti affollati (per esempio al supermercato) si organizzava per non essere mai da sola. Spesso andava con un’amica o con sua madre, qualche volta si faceva accompagnare dal marito.

Voleva accanto una persona cara nel caso in cui si fosse sentita male o avesse sentito l’esigenza di scappare all’improvviso. Tutto questo, però, non lo diceva apertamente, nemmeno a se stessa. Non ammetteva di chiedere aiuto per paura.

Se la raccontava molto bene.

Per esempio chiedeva alla madre di andare insieme così anche lei avrebbe potuto fare la spesa.

Chiedeva all’amica di andare insieme in modo da sfruttare l’occasione per chiacchierare.

Chiedeva al marito di andare con lei in modo da scegliere insieme la cena. E così via.

Durante una seduta del mio percorso online “no al panico sì alla vita” l’ho guidata a sentire che ogni volta che andava al supermercato accompagnata faceva peggiorare il suo problema, anche se lì per lì si sentiva più tranquilla.

Facendosi accompagnare si lanciava continuamente un messaggio implicito di incapacità.

Era come se una parte di lei le dicesse: “Ti fai accompagnare perché da sola non sei in grado di andarci”.

La paura del supermercato aumentava sempre di più, così come la sua percezione di non essere capace di andarci da sola.

Per lei è stato sufficiente pensare ripetutamente a questa cosa per innescare i primi miglioramenti, piccolissimi ma inesorabili.

Secondo me spesso le più grandi rivoluzioni spesso partono dalle piccole cose, tu che ne pensi?

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

SE SOFFRI DI PANICO DEVI EVITARE DI PARLARNE

Lo so, il senso comune dice che parlare dei nostri malesseri, panico incluso, fa bene; ma il senso comune spesso sbaglia. 

Una delle cose sulle quali lavoro con le persone che partecipano al mio percorso online “no al panico sì alla vita” riguarda l’importanza di smettere di parlare con amici e familiari del panico e dell’ansia.

Ogni volta che ne parli, infatti, concentri la tua attenzione e le tue energie sui problemi e sulle difficoltà che, nella tua testa, diventano sempre più grandi ed insormontabili. E se percepisci un problema come sempre più grande la tua ansia non può che aumentare. Quando le parli rendi le tue paure un po’ più reali per il fatto che le condividi.

Per esempio, se parli della tua paura di uscire di casa da solo il tuo timore crescerà… anche quando lì per lì ti sembra di stare meglio perchè ti sembra di esserti sfogato.

Una soluzione davvero efficace non funziona sul momento o per un breve periodo di tempo. Una soluzione efficace risolve il problema complessivo sul lungo termine.

E l’obiettivo non è sfogarti, ma superare l’ansia e il panico.

Quando ne parli, inoltre, corri il rischio che gli altri, con le migliori intenzioni, ti dicano qualcosa che può farti agitare ancora di più.

Quindi se smetti di parlare di ansia e panico le tue preoccupazioni diminuiranno. E’ già successo a tutte le persone che lavorano con me e che in genere rimangono molto stupite di questo risultato.

Di solito le persone sono abituate a pensare che parlare permette di tirare fuori le cose e di averle meno in testa, ma è vero esattamente il contrario. Se ne parli sicuramente ci pensi e ci ripensi, fino a renderla un’ossessione. Non puoi non pensare ad una cosa della quale stai parlando.

Non è solo il pensiero che influenza il nostro comportamento. E’ anche il comportamento che influenza il pensiero.

Smettere di parlarne da solo non è sufficiente a risolvere il problema, ma in genere consente di ottenere dei miglioramenti.

Dott.ssa Erica Tinelli

IL PANICO TI PORTA A SENTIRTI CONDANNATO/A?

Nel mio lavoro ho conosciuto tante persone che si sentivano condannate ad una vita piena di limitazioni dovute agli attacchi di panico.

Sai perché si sentivano condannate?

Perché erano delle persone determinate che avevano provato varie volte e con grandissimo impegno ad affrontare e a superare gli attacchi di panico, ma non avevano risolto il problema. Come spiego a chi partecipa al mio percorso online “no al panico sì alla vita”, l’impegno e la determinazione non servono a niente, anzi possono essere dannose, se non si conoscono le strategie e i metodi efficaci che vengono calzati alla specificità della situazione e della persona.

Se con determinazione fai delle cose che sono inutili o che sono addirittura dannose non risolverai il problema, anzi potresti anche rischiare di peggiorarlo.

Dopo aver appreso ed applicato delle strategie efficaci per superare gli attacchi di panico le persone che hanno lavorato con me hanno ottenuto risultati molto importanti per loro.

Ci sono persone, per esempio, che hanno ripreso a dedicarsi alla loro passione, i viaggi, mentre prima erano ostacolati a causa della paura di volare.

C’è chi, dopo mesi o anni di difficoltà, vive con tranquillità il lavoro perché non va più nel panico ogni volta che deve partecipare ad una riunione o fare qualcosa di nuovo.

C’è chi non costringe più il proprio partner a stare sempre vicino a sè per paura di sentirsi male. Ormai sono persone capaci di stare anche da sole.

C’è chi ha ripreso a prendere serenamente treni o metro, a fare sport, a visitare luoghi affollati o percepiti come poco sicuri.

Hanno tutti deciso di superare i loro problemi per ottenere di più. Ed hanno dimostrato concretamente che non erano condannati ad una vita piena di limitazioni a causa degli attacchi di panico. Avevano un problema che non erano ancora riusciti a risolvere, nessuna condanna.

Dott.ssa Erica Tinelli

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erica-tinelli@hotmail.it

FARE LE COSE CHE SI EVITAVANO A CAUSA DEL PANICO

Dal temere anche le cose più quotidiane e apparentemente semplici a causa degli attacchi di panico-come stendere i panni in balcone-, ad affrontare anche le cose che si evitavano da una vita, come prendere l’aereo.

Questo è quello che è riuscita a realizzare B. Quando l’ho conosciuta aveva paura di affacciarsi al balcone (per via dell’altezza), degli ascensori, della metro, dei negozi affollati, di prendere l’aereo. Ogni volta che cercava di affrontare una di queste situazioni provava molta ansia che poteva arrivare agli attacchi di panico. E aveva ansia anche solo immaginando di fare queste cose. 

Così, evitava, ma evitare non era una soluzione. Anzi, contribuiva a far peggiorare il problema perchè la portava ad avere sempre più paura di affrontare queste cose.

Durante il mio percorso online “no al panico sì alla vita” ha imparato delle strategie efficaci per gestire la paura. Ciò l’ha portata ad affrontare serenamente tutte le situazioni che temeva. La cosa che l’ha resa più felice è stata prendere l’aereo per andare in vacanza e non lo faceva da molto perché per paura si muoveva solo in macchina.

Una delle prime cose che ha imparato durante questo percorso è che quando si ha paura di qualcosa di apparentemente banale e innocuo, come può essere l’affacciarsi al balcone, la razionalità non aiuta. In certi momenti non serve a molto provare a convincerti del fatto che non c’è niente di cui aver paura perchè c’è comunque una parte di te che ha paura. 

E’ poco efficace provare a gestire la propria parte emotiva con i ragionamenti razionali.

Ed è poco efficace anche sviluppare una lotta tra la parte emotiva (“ho paura”) e quella razionale (“non c’è niente di cui aver paura”).

Oltre che poco efficaci, queste cose possono essere anche dannose perchè possono alimentare la paura. 

In te la parte razionale e la parte emotiva sono in conflitto o vanno d’accordo? 😉

Dott.ssa Erica Tinelli

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SOFFRI DI PANICO? ECCO COSA NON DEVI DIRTI

Nel mio lavoro mi sono resa conto che molte persone che soffrono di attacchi di panico hanno la tendenza a dirsi “Razionalmente lo so che non c’è nessun motivo per andare in panico” o frasi simili. Ecco alcuni esempi:

“Razionalmente lo so che non mi verrà un infarto”

“Lo so che con le mie paure esagero”

“Razionalmente lo so che non impazzirò se prenderò il treno”

“So che non succederà nulla di catastrofico se rimarrò da solo in casa, come sempre”

“Razionalmente lo so che dovrei uscire senza preoccuparmi”

“Razionalmente lo so che non dovrei avere paura di prendere l’aereo, anzi è il mezzo di trasporto più sicuro”

Queste sono alcune delle frasi che mi dicono più spesso le persone che partecipano al mio percorso online “no al panico sì alla vita”.

E sono tutte frasi che bisognerebbe evitare di ripetersi perchè non servono a niente.

Il problema di queste frasi è nella parola “Razionalmente”. La razionalità, infatti, spesso non funziona per superare l’ansia e il panico perchè si tratta di emozioni e le emozioni hanno delle logiche di funzionamento differenti.

Razionalmente lo sai, ma a livello emotivo e percettivo non lo senti e senti qualcosa di diverso.

Razionalmente lo sai, ma a livello di esperienze concrete non lo vivi.

Noi esseri umani non siamo solo razionalità, anzi, siamo molto influenzati anche dalle emozioni, dalle sensazioni, dalle percezioni, anche quelle contraddittorie e paradossali. Per questo sapere le cose solo a livello razionale non serve.

E’ importante, quindi, allenarsi anche ad accettare e a gestire le cose anche a livello emotivo e comportamentale.

Un primo passo può essere quello di pensare a qualcosa che mette paura senza provare in alcun modo a rassicurarsi o a distrarsi da quel pensiero per provare a pensare a qualcos’altro di più positivo. Accogli la tua paura e stai con quell’emozione senza provare a scacciarla.

Dott.ssa Erica Tinelli

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ATTACCHI DI PANICO E CONTROLLO

Gli attacchi di panico sono in qualche modo connessi alla tendenza eccessiva ed estremizzata a voler controllare le cose. Non possiamo controllare sempre tutto quanto. Le nostre abilità di controllo hanno dei limiti e ci sono cose che più cerchiamo di controllare e più ci sfuggono.

Se ci pensi bene sicuramente ti verrà in mente qualche esempio di situazione nella quale hai provato a controllare le cose, per esempio organizzandoti molto bene, ma è andata peggio di altre volte in cui, invece, ti sei organizzato un po’ peggio o sei stato più sbrigativo e ti sei lasciato meno tempo a disposizione. 

Chi soffre di panico in genere cerca di controllare in modo esasperato i propri pensieri e i propri sintomi connessi alla paura. A causa di questo tentativo di controllo estremizzato finisce per esasperare le sensazioni di disagio.

Per esempio, c’è chi cerca di controllare il battito del cuore che sembra stia andando troppo velocemente. Così facendo può finire per farlo battere ancora più forte e ancora più velocemente.

C’è chi cerca controllare in modo estremizzato la respirazione e proprio per questo può alterarla creando difficoltà a respirare, mal di testa, vertigini, ecc.

Molte persone, poi, cercano di controllare la paura dicendosi che andrà tutto bene e proprio per questo  finiscono per amplificare la paura stessa.

Sono tutti tentativi di controllo che se estremizzati non solo soltanto inutili, sono anche dannosi. Per questo con le persone che partecipano al mio percorso online “no al panico sì alla vita” lavoriamo molto su questi aspetti rendendo il tentativo di controllo meno estremizzato e più flessibile.

In genere, infatti, le cose portate all’eccesso sono dannose, incluso il tentativo di controllo.

Cosa accadrebbe se nel momento in cui inizia a salire l’ansia che rischia di trasformarsi in panico le persone che soffrono di questo problema smettessero di esercitare questo tentativo di controllo eccessivo e dannoso?

Dott.ssa Erica Tinelli