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Erica Tinelli

Psicologa a Roma, Viterbo e Online

LE TENTATE SOLUZIONI RELAZIONALI NEL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO

Il coinvolgimento dei familiari di chi soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo

Il disturbo ossessivo-compulsivo può essere estremamente invalidante e, molto spesso, coinvolge anche i familiari di chi presenta questo problema. Genitori, figli e partner, infatti, solitamente cercano di aiutare la persona a superare il disturbo oppure a gestirlo al meglio.

Senza la guida di un terapeuta, però, spesso accade che con le migliori intenzioni si producono gli effetti peggiori. Il tentativo di aiutare può essere non solo inutile, ma addirittura dannoso perchè può contribuire al mantenimento ed al peggioramento del problema.

Le tentate soluzioni relazionali principali sono: rassicurare, cercare di convincere la persona ad interrompere le compulsioni, aiutare ad eseguire le compulsioni rituali.

Rassicurare

I familiari spesso cercano di rassicurare la persona sofferente del fatto che non succederà nulla di brutto e coerente con le ossessioni. Non accadrà nessun incidente, non si verificherà alcuna contaminazione, non ci saranno raptus che porteranno a fare cose terribili…e così via. Anche se questo, da certi punti di vista, può apparire ragionevole, implicitamente conferma alla persona che ci sono dei pericoli; altrimenti non avrebbe bisogno di rassicurazioni.

A volte i tentativi di rassicurazione non riguardano solo le ossessioni, ma anche l’aver eseguito bene le compulsioni (come i lavaggi o i controlli). In questi casi implicitamente viene inviato il messaggio per il quale l’esecuzione delle compulsioni è necessaria, altrimenti per quale motivo sarebbe importante sottolineare che è stata fatta bene?

Cercare di convincere la persona ad interrompere le compulsioni

“Non lavarti così tante volte, non ha senso”, “smetti di controllare più e più volte, una è sufficiente”, “non ripetere quelle azioni, è la tua malattia che ti porta a farle”, “smettila, diventerai pazzo e ci farai impazzire” sono solo alcune delle frasi che i familiari di chi soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo possono pronunciare.

Il problema, però, è che, come molti problemi psicologici, anche il disturbo ossessivo-compulsivo di solito non si supera solo grazie alla forza di volontà. Sono necessarie, infatti, delle specifiche strategie terapeutiche.

Dire ad una persona che non deve eseguire determinate compulsioni significa dirle qualcosa che non condivide oppure, come accade molto più spesso, che sa perfettamente. Chi esegue le compulsioni, in genere, sa che non dovrebbe comportarsi così, ma non riesce a fare diversamente.

Aiutare ad eseguire le compulsioni rituali

Di solito i familiari cercano di aiutare la persona ad eseguire i rituali, sperando che la persona possa sentirsi rassicurata o anche per fare le cose in fretta. In alcuni casi, infatti, le compulsioni diventano talmente invalidanti e compromettenti da richiedere molto tempo. È il caso, ad esempio, di chi aiuta la persona a controllare che tutto sia in ordine o che tutto sia pulito di aver fatto bene il rituale di lavaggio o di riordino.

Anche qui, però, implicitamente viene lanciato il messaggio che è ragionevole eseguire le compulsioni, altrimenti perché ricevere aiuto per questo?

Come intervenire sul disturbo ossessivo-compulsivo

È molto importante che i familiari di chi soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo, così come la persona direttamente interessata, ricevano delle indicazioni da parte di un terapeuta su come gestire la situazione ed arrivare a superare il problema.

Genericamente è possibile affermare che bisogna agire per interrompere le tentate soluzioni disfunzionali. Il modo in cui questo deve essere fatto, però, va valutato in base alla specificità del caso e va monitorato nel corso del tempo.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

IL LEGAME TRA OSSESSIONI E COMPULSIONI

Nel disturbo ossessivo-compulsivo le compulsioni vengono messe in atto con l’obiettivo di ridurre l’ansia ed il disagio che deriva dalle ossessioni.

Ad esempio, una persona ossessionata dalla paura di essersi contaminata può fare dei lavaggi compulsivi per contenere la paura dello sporco e delle infezioni.

Il legame realistico tra ossessioni e compulsioni

In molti casi tra ossessioni e compulsioni esiste un legame realistico e logico, ma le compulsioni sono chiaramente eccessive e sproporzionate, arrivando, in un certo senso, a perdere la loro ragionevolezza.

Ad esempio, se una persona teme di essersi sporcata, è ragionevole che si lavi. Non è ragionevole, però, che lo faccia per ore oppure che lo faccia più e più volte.

Se una persona teme di non aver spento la luce o di non aver chiuso la macchina è ragionevole che vada a controllare. E’ sufficiente, però, che lo faccia una sola volta.

È proprio la tendenza a ripetere le compulsioni più e più volte uno degli elementi essenziali che differenzia questi comportamenti rituali da azioni perfettamente normali e sane.

C’è sempre un legame realistico tra ossessioni e compulsioni?

No. In molti casi non esiste alcun legame apparentemente razionale.

Pensiamo, ad esempio, a chi si sente costretto a compiere specifici movimenti del corpo prima di uscire di casa per evitare di avere incidenti. Oppure pensiamo a chi deve ripetere delle parole considerate magiche perché altrimenti teme che potrebbe succedere qualcosa di terribile ai propri familiari.

Ci sono, poi, persone che si sentono obbligate a vestirsi in determinati modi (ad esempio usando solo alcuni colori o alcuni specifici capi di abbigliamento) per evitare che succeda qualcosa di brutto o per fare in modo che avvenga qualcosa di bello.

Le compulsioni riducono l’ansia, ma…solo in parte

Le compulsioni servono per cercare di eliminare o di ridurre l’ansia ed il malessere derivanti da pensieri, impulsi o immagini ossessive. Tali rituali, però, non sono mai completamente rassicuranti e per questo si ripetono svariate volte. Nella migliore delle ipotesi riescono ad alleviare il disagio solo per un breve periodo di tempo. Successivamente, però, la persona viene nuovamente travolta dalle ossessioni e dal bisogno di eseguire le compulsioni. Il circolo vizioso è apparentemente senza fine. 

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica-tinelli@hotmail.it

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STRAPPARSI PELI E CAPELLI: LA TRICOTILLOMANIA

Le caratteristiche della tricotillomania

Chi soffre di tricotillomania si strappa continuamente i capelli, i peli, le ciglia, le sopracciglia. La persona vive con disagio il problema, anche a causa delle conseguenze estetiche che comporta, e per questo cerca, senza riuscirci, di eliminare o di ridurre questo comportamento.

Lo strapparsi i peli e i capelli può subentrare in momenti di ansia o noia e, spesso, produce un senso di gratificazione, di sollievo, di soddisfazione, di piacere. Può essere un comportamento automatico oppure, al contrario, può essere accompagnato da attenzione e da consapevolezza.

La maggioranza delle persone con un disturbo di tricotillomania ha anche altri comportamenti ripetitivi focalizzati sul corpo, come ad esempio lo stuzzicarsi la pelle, il mangiarsi le unghie, il morsicarsi il labbro.

Le conseguenze del disturbo

Strapparsi i peli, i capelli, le ciglia e le sopracciglia può provocare irritazioni e lesioni e, in alcuni casi, si verificano dei danni irreversibili sulla crescita o sulla qualità dei capelli. Tutto questo, in genere, provoca anche una compromissione della vita lavorativa e sociale perché la persona si vergogna per la propria immagine e si isola.

Inoltre, nel caso in cui i peli e i capelli vengono anche ingeriti è possibile che si verifichino una serie di problematiche gastrointestinali come la nausea, il vomito, i dolori addominali, l’ostruzione e la perforazione dell’intestino.

Il trattamento della tricotillomania nella terapia breve strategica

La terapia breve strategica considera la tricotillomania come un particolare tipo di disturbo ossessivo-compulsivo nel quale la compulsione è lo strappamento di peli e di capelli. Inoltre, l’emozione di base provata dalla persona non è la paura, ma il piacere.

Il trattamento della tricotillomania prevede delle prescrizioni ben precise che aiutano la persona a gestire e a superare il suo problema. L’obiettivo è quello di fare in modo che il comportamento problematico venga completamente interrotto, ma usando tecniche e principi non ordinari, che possono apparire bizzarri o assuri. Ad esempio, inizialmente la persona non sarà in grado di interrompere la sua compulsione (d’altra parte è ciò che ha provato già a fare in autonomia), ma potrà essere guidata ad eseguirla con specifiche modalità che le consentiranno di interrompere l’automatismo e di imparare ad assumere, gradualmente, il controllo sulla compulsione. In una fase successiva si arriverà ad estirpare completamente il comportamento problematico.

Dott.ssa Erica Tinelli

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erica.tinelli@hotmail.it

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IL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO: CHE COS’ E E COME PUO’ ESSERE RISOLTO

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Per approfondire

Biondi M. (a cura di) (2014). DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.  Raffaello Cortina Editore, Milano.

Nardone G., Portelli C. (2013). Ossessioni compulsioni manie. Capirle e sconfiggerle in tempi brevi. Ponte alle Grazie, Milano.

LE OSSESSIONI PIU’ DIFFUSE

Il disturbo ossessivo-compulsivo si caratterizza per la presenza di ossessioni e compulsioni che possono riguardare argomenti molto vari e molto numerosi, potenzialmente infiniti. Ci sono, però, alcune tematiche che si presentano molto più frequentemente rispetto ad altre. Vediamo quali.

Ossessioni relative alla pulizia

Tra le ossessioni più frequenti ci sono quelle che riguardano la pulizia del proprio corpo o quello di altri (come familiari e amici), i vestiti, la casa. Il timore delle persone, in questi casi, è quello di potersi sporcare o contaminare.

In risposta a queste ossessioni, molto spesso vengono messi in atto degli evitamenti (come evitare di uscire, di toccare delle cose, di frequentare certi luoghi o di svolgere determinate attività, di invitare persone a casa) o dei rituali di pulizia che possono essere anche molto lunghi e complessi.

La simmetria e l’ordine

In questo ambito rientrano ossessioni relative al dover disporre gli oggetti in modi ben precisi, rigidi ed inflessibili. Un esempio è rappresentato dalle persone che sono ossessionate dal fatto che gli oggetti devono essere messi in posizioni precise che non possono variare minimamente. Un altro esempio riguarda la disposizione degli oggetti –come vestiti, libri- secondo un ordine specifico basato su vari criteri, come il colore oppure la grandezza.

Le compulsioni, in questi casi, sono orientate a controllare che tutto sia disposto nel “modo giusto” e a ripristinare l’ordine imposto dalle ossessioni nel caso in cui questo sia venuto meno.

Ossessioni “proibite”

Vengono definite così perché si tratta di pensieri che hanno a che fare con azioni o attività considerate tabù e che, spesso, riguardano la sfera sessuale oppure l’aggressività. Sono considerati pensieri malvagi ed insopportabili per il fatto di essere “troppo cattivi”. È il caso, ad esempio, del pensiero di poter far del male ad un proprio caro o di poter esprimere i propri impulsi sessuali in modo inadeguato attraverso stupri o atti di pedofilia.

Tali pensieri sono talmente fastidiosi che di solito le persone cercano compulsivamente di scacciarli oppure di mettere in atto dei rituali comportamentali o mentali per ottenere la serenità.

Pensieri ossessivi relativi al danno

Molte persone sono ossessionate dal timore che possa succedere qualcosa di brutto –come un incidente oppure un’aggressione- che possa provocare un danno a se o ad altri. In alcuni casi la persona teme anche di poter essere lei stessa a provocare il danno a causa di un raptus o di errori. Anche in questo caso le compulsioni possono essere orientate al controllare che non avvenga o che non sia già accaduto ciò che si teme. Non necessariamente, però, esiste un legame logico tra l’ossessione e quello che viene fatto per provare a contrastarla. Ad esempio, per evitare che si verifichino dei danni la persona potrebbe anche mettere in atto dei rituali magico-propiziatori, che possono prevedere la ripetizione di alcune formule mentale o di alcuni comportamenti che razionalmente non hanno niente a che fare con la prevenzione del danno.

 Dott.ssa Erica Tinelli

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erica.tinelli@hotmail.it

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Per approfondire

Biondi M. (a cura di) (2014). DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.  Raffaello Cortina Editore, Milano.

LE DIVERSE COMPULSIONI NEL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO

Le compulsioni presenti nel disturbo ossessivo-compulsivo sono percepite come inevitabili, incontrollabili e devono essere attuate in maniera rituale, cioè con delle modalità ben precise e molto rigide.

Possono essere davvero numerose e molto diverse tra loro, ma è possibile classificarle in alcune grandi categorie. 

Paura o piacere

Molte compulsioni si basano sulla percezione della paura. In questi casi i rituali vengono messi in atto per evitare che succeda qualcosa di brutto e per far in modo che tutto vada bene. È il caso, ad esempio, di coloro che devono ordinare le cose secondo precisi criteri per fare in modo che tutto vada bene. C’è chi, poi, deve controllare di aver chiuso il gas o spento le luci o ci, invece, deve ripetere delle formule mentali per evitare disgrazie. 

Ci sono, però, anche delle compulsioni che, invece, si basano sul piacere e che, pertanto, si mantengono anche in virtù di questo aspetto. In questa categoria può rientrare la compulsione piacevole a strapparsi i capelli, a tagliuzzarsi, lo shopping compulsivo, la compulsione al gioco.   

Compulsioni basate su azioni o su pensieri

Le compulsioni possono essere comportamentali oppure mentali. 

Probabilmente quelle che sono basate su azioni risultano più visibili anche a chi interagisce con la persona che presenta il disturbo ossessivo-compulsivo.

Le compulsioni mentali, però, possono essere altrettanto invalidanti. Pensiamo, ad esempio, a chi si sente costretto a ripetere spesso delle formule mentali che possono essere lunghissime o che possono richiedere tante ripetizioni. Oppure pensiamo a chi ha delle ossessioni frequenti alle quali cerca di rispondere con dei ragionamenti che assumono i connotati di compulsioni mentali. L’attuazione di questi rituali, così come dei rituali comportamentali, può essere molto impegnativa e può richiedere tanto tempo ed energie che vengono sottratte alle attività quotidiane, a volte anche a quelle fondamentali come lavarsi o lavorare.  

Rituali preventivi, riparatori, propiziatori

Le compulsioni solitamente possono avere una natura preventiva, riparatoria, propiziatoria oppure un mix tra queste tre alternative. 

I rituali preventivi vengono attuati per evitare che accada qualcosa di negativo, come può avvenire per coloro che devono vestirsi in un determinato modo per evitare di essere contaminati o che devono controllare costantemente che nelle vicinanze non siano presenti oggetti o situazioni che li spaventano.

Quelli riparatori, invece, servono a riparare qualcosa di negativo che si è già verificato e possono riguardare, ad esempio, il lavarsi compulsivamente dopo aver toccato qualcosa di sporco.

I rituali propiziatori, infine, hanno come obiettivo quello di far sì che le cose vadano bene. Spesso hanno un carattere “magico” nel senso che non sono basati su criteri logici portati all’eccesso, ma su ragionamenti apparentemente irrazionali. Un esempio tipico è quello della compulsione a vestirsi in un determinato modo –ad esempio usando solo determinati colori- perché così tutto andrà bene.

Compulsioni eseguite da soli o con l’aiuto di altri

Alcune persone eseguono le loro compulsioni in modo completamente autonomo e non vogliono l’intervento di nessun altro perché per loro non sarebbe utile e rassicurante o perché si vergognano. Altre, invece, si fanno aiutare da amici e familiari, che vengono coinvolti nel problema e che spesso forniscono il loro supporto perché pensano che in questo modo la persona farà tutto più velocemente o si sentirà più tranquilla. 

Indipendentemente da tutte queste differenze che possono riguardare le diverse compulsioni ed indipendentemente da quanto il disturbo ossessivo-compulsivo è invalidante, si tratta comunque di un problema che può essere risolto con una psicoterapia efficace. 

Dott.ssa Erica Tinelli

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erica.tinelli@hotmail.it

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Bibliografia 

Nardone G., Portelli C. (2013). Ossessioni compulsioni manie. Capirle e sconfiggerle in tempi brevi. Ponte alle Grazie, Firenze. 

IL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO

IL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO CHE COS’ E E COME PUO’ ESSERE RISOLTO

Che cos’è il disturbo ossessivo-compulsivo?

Il disturbo ossessivo-compulsivo si caratterizza per la presenza di ossessioni e/o di compulsioni che si possono manifestare in tanti modi.

Le ossessioni sono dei pensieri, degli impulsi, delle immagini ricorrenti che vengono vissuti come indesiderati, fastidiosi, intrusivi. Sono estremamente ansiogene e provocano un notevole disagio. A causa di questo malessere, la persona cerca di ignorare o di sopprimere le ossessioni oppure prova a neutralizzarle attraverso le compulsioni.

Le compulsioni sono dei comportamenti (come controllare di aver fatto bene determinate cose) o delle azioni mentali (come ripetere determinate frasi o parole) che la persona si sente obbligata ad attuare in risposta alle sue ossessioni per ridurre l’ansia, anche se tali azioni non sono mai completamente rassicuranti oppure lo sono soltanto per un breve periodo di tempo.

Alcuni esempi di ossessioni e compulsioni

Tra le ossessioni più frequenti troviamo l’ossessione dello sporco, l’ossessione di non aver chiuso bene la casa o la macchina, di aver lasciato il gas acceso, l’ossessione di fare qualcosa di sbagliato, l’ossessione di poter far del male a qualcuno in preda di un raptus di follia, l’ossessione di farsela addosso, l’ossessione che potrebbe succedere qualcosa di catastrofico se non si fanno determinate cose, ecc…

Negli ultimi tempi si stanno diffondendo molto anche le ossessioni che riguardano l’ambito delle relazioni intime, come ad esempio l’ossessione o il dubbio di non amare più una persona oppure il dubbio di essere stato tradito o di non poter avere la certezza che la storia d’amore attuale durerà per sempre.

Tra le compulsioni, invece, tante hanno a che fare con il controllo di aver fatto bene le cose. Ci sono, poi, anche le compulsioni connesse alla pulizia di sè e dell’ambiente. Alcune compulsioni, infine, assumono la forma di formule mentali che la persona si sente costretta a ripetere.

Il legame tra ossessioni e compulsioni

In alcuni casi le ossessioni e le compulsioni possono apparire razionali. Ad esempio, il timore di non aver chiuso bene la porta di casa induce le persone ad andare a controllare. Questo è un comportamento perfettamente sano che non rappresenta un disturbo. La situazione diventa problematica quando un dubbio potenzialmente razionale (ho chiuso casa?) si manifesta in modo ricorrente e pervasivo portando la persona, ad esempio, a ricontrollare più volte, senza mai sentirsi pienamente sicura e soddisfatta. Questo comportamento è una vera e propria compulsione.

In altri casi le ossessioni e le compulsioni possono apparire più “bizzarre” ed apparentemente illogiche. È il caso, ad esempio, della persona che si sente costretta a sistemare gli oggetti secondo un ordine ben preciso oppure a ripetere determinate frasi, per evitare che succeda qualcosa di negativo. Si tratta, quindi, di rituali “magici”.

Come è possibile superare il disturbo ossessivo-compulsivo?

Attraverso la psicoterapia è possibile superare il disturbo ossessivo-compulsivo.

In particolare, tra gli approcci più efficaci per il trattamento di questo problema troviamo l’approccio breve strategico. Questo metodo prevede l’utilizzo di specifiche tecniche basate su logiche non ordinarie e apparentemente illogiche che, però, consentono di sbloccare rapidamente la sintomatologia, per poter poi consolidare più gradualmente i risultati raggiunti. Solitamente, infatti, chi soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo, già da solo si rende conto del fatto che le ossessioni e le compulsioni sono irrazionali o comunque eccessivi. Nonostante questo, però, non riesce a fare diversamente perché si tratta di problematiche che sono sorrette anche da fattori emotivi che riescono, spesso, ad avere la meglio sulla razionalità.  La terapia, quindi, fornisce gli strumenti per affrontare il problema da una prospettiva diversa, consentendo di ottenere un rapido miglioramento. Se la terapia è efficace, infatti, si otterranno miglioramenti significativi entro la decima seduta.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

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