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Erica Tinelli

Psicologa a Roma, Viterbo e Online

L’ANORGASMIA

Che cos’è l’anorgasmia?

L’anorgasmia è un problema caratterizzato dall’incapacità di provare il massimo piacere (l’orgasmo) durante i rapporti sessuali.

Riguarda principalmente le donne. Molte donne hanno sperimentato l’orgasmo solo alcune volte e molte altre non l’hanno sperimentato mai.

L’incapacità di provare l’orgasmo può dipendere da problematiche fisiche o dall’assunzione di determinati farmaci o altre sostanze. A volte può essere legata a problematiche di coppia più generali, come la presenza di conflitti o problemi comunicativi. In altri casi il problema è connesso ad una scarsa confidenza con il proprio corpo e con le stimolazioni in grado di provocare piacere. Molto spesso il problema si struttura a causa di tentate soluzioni disfunzionali che peggiorano sempre di più le difficoltà presenti.

Insomma, i fattori che possono contribuire allo strutturarsi del problema sono numerosi.

Quali possono essere le conseguenze dell’anorgasmia?

Le conseguenze possono variare molto da persona a persona. Alcune persone vivono questa condizione con grande frustrazione. Ci sono donne che si sentono in difetto per il fatto che non riescono a provare una cosa che desiderano tanto. Alcune si sentono colpevoli, altre attribuiscono la colpa al partner che viene considerato poco capace.

Ci sono, poi, anche delle donne che non vivono con disagio questa situazione perché sono comunque soddisfatte dei rapporti sessuali o della relazione nel complesso e questo basta loro.

Le tentate soluzioni

Chi non riesce a sperimentare l’orgasmo e vive la cosa come un problema solitamente cerca di fare qualcosa per risolverlo, ossia mette in atto delle tentate soluzioni.

Tra le più diffuse c’è il tentativo di sforzarsi volontariamente di provare, durante i rapporti, quelle sensazioni che, invece, dovrebbero giungere spontaneamente. L’eccessiva focalizzazione sulle sensazioni spesso finisce per inibirle e si rivela un fallimento.

In altri casi la persona ancora prima dei rapporti cerca di creare delle condizioni di contesto che secondo lei potrebbero aumentare la probabilità di vivere un’intimità completamente appagante. Pensiamo, ad esempio, alla cura dell’ambiente, alla gestione del rapporto con il partner, a creare quelle che a volte vengono chiamate “le condizioni ideali”. In questi casi, però, tutto questo non viene fatto per il piacere di farlo, ma per l’ossessione di raggiungere l’orgasmo.

C’è chi, poi, prova a raggiungere l’obiettivo sperimentando l’intimità con persone diverse o mettendo in atto comportamenti anche molto trasgressivi per vedere se questo aumenta il piacere.

Il trattamento dell’anorgasmia in terapia breve strategica

La terapia breve strategica si focalizza proprio sull’analisi dettagliata di tutte le tentate soluzioni e dei relativi effetti. Questa analisi permette di comprendere come mai il problema si mantiene e quello che è possibile fare per risolverlo. Durante la terapia la persona riceve specifiche indicazioni per imparare, gradualmente, ad affrontare in modo efficace le difficoltà fino a superarle.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

IL TRADIMENTO NELLA COPPIA

Cosa fare in caso di tradimento del partner?

Il tradimento del partner può far soffrire molto e può compromettere, a volte per sempre, la stabilità della coppia.

In queste situazioni, spesso, il partner tradito si trova a dover scegliere se perdonare o se interrompere la relazione. E’ una scelta estremamente personale e, per questo, dovrebbe essere fatta senza farsi influenzare da consigli e pressioni. Non esiste una scelta giusta o sbagliata, ma esiste la decisione migliore per sè.

Nel decidere è anche importante valutare sia gli aspetti razionali che quelli emotivi ed evitare la fretta perchè, di solito, più si cerca di decidere rapidamente, più aumenta la confusione e la sofferenza.

Cosa fare se si decide di perdonare un tradimento?

In genere il tradimento si presenta nelle coppie nelle quali ci sono anche altre problematiche che possono riguardare, per esempio, la comunicazione, la gestione dei conflitti, la mancata condivisione. Lavorare su questi aspetti in un’ottica di costruzione e di miglioramento, piuttosto che di colpevolizzazione, può essere utile per recuperare, gradualmente, la serenità. Anche in questo caso, però, non bisogna avere fretta: ricostruire ciò che si è rotto richiede un po’ di tempo.

Cosa fare se si decide di interrompere la relazione?

Se la decisione è definitiva, è importante elaborare la fine della storia. Questo vuol dire attraversare il dolore per superarlo.

Dopo aver fatto questo, è importante focalizzarsi su se stessi, sullo sviluppo delle proprie risorse e su attività piacevoli. Se ci si è precedentemente isolati, occorre recuperare la socialità, ma senza l’urgenza di trovare un nuovo partner. Chi si è scottato, infatti, di solito non si avvicina al fuoco per un po’ oppure lo fa con cautela: è una reazione normale e sana e, se non diventa estrema, va assecondata.

Qual è l’utilità della consulenza psicologica?

La consulenza può aiutare la persona a scegliere cosa fare. Questo, ovviamente non vuol dire che sarà lo psicologo a stabilire quella che sarà la direzione da prendere. Il professionista, però, potrà guidare la persona a considerare le varie possibilità, a guardare le cose da più prospettive, ad esprimere i suoi pensieri e le sue preoccupazioni senza alcun giudizio.

Lo psicologo, inoltre, indipendentemente dalla decisione della persona, potrà aiutarla a gestire al meglio le sue emozioni e ad interrompere i comportamenti disfunzionali.

Dott.ssa Erica Tinelli

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erica.tinelli@hotmail.it

IL COPIONE DELLA “PENELOPE” OVVERO LA DONNA IN COSTANTE ATTESA DEL PARTNER

Nel libro “Gli errori delle donne (in amore)” Giorgio Nardone descrive numerosi “copioni relazionali” utilizzati dalle donne in amore. Tra questi troviamo il copione della Penelope, che è molto diffuso.

Chi è Penelope?

Nella mitologia è la regina che attende per tantissimi anni il ritorno a casa del marito Ulisse. Probabilmente è conosciuta da tutti per la famosa “tela di Penelope” che faceva di giorno e disfaceva di notte perché una volta terminata avrebbe dovuto sposare un altro uomo, cosa che cercava di evitare ad ogni costo.

In amore, quindi, Penelope è colei che resta in attesa dell’uomo che ama, con il quale ha spesso una relazione che, però, non vive pienamente. Oggi molto spesso il ruolo di Penelope è ricoperto dall’amante che aspetta che l’uomo lasci sua moglie per poter coronare il proprio sogno. L’attesa in genere non è connotata da rabbia o rancore, ma da un atteggiamento di disponibilità e di comprensione. La convinzione è che prima o poi quello che desidera accadrà. 

Perché l’attesa rischia di diventare eterna?

Nella maggioranza dei casi ciò che Penelope desidera non si realizza.

Penelope, infatti, di solito tende a giustificare l’attesa che l’uomo le impone perché “ora non è il momento”, “ora mia moglie sta attraversando un periodo difficile, non posso farle questo”, “ora il bambino è troppo piccolo e soffrirebbe”, “ora devo sistemare alcune questioni organizzative”, “ora non posso permettermelo economicamente”, ma purtroppo la lista delle possibili motivazioni per rimandare può essere davvero infinita.

Penelope può essere anche estremamente intelligente, ma è invischiata in un problema che non le permette di vedere che è proprio la sua accettazione della situazione che mantiene in essere il rapporto a tre, anzi lo rafforza. Il rapporto che l’uomo vive con Penelope permette di compensare tutte le mancanze del rapporto con la moglie e proprio per questo permette di vivere più felicemente la vita matrimoniale. L’uomo prende il meglio da entrambe le relazioni, perché dovrebbe rinunciare ad una delle due?

Gli altri rischi che può correre Penelope

Nell’attesa dell’uomo tanto desiderato, Penelope corre il rischio di isolarsi dagli altri. Certamente non ha un atteggiamento di apertura nei confronti di possibili frequentazioni maschili e proprio per questo si priva della possibilità di costruirsi, o anche solo di prendere in considerazione, delle alternative. A volte, poi, Penelope tende ad isolarsi anche dalle amiche o dalla famiglia nei casi in cui le sembra che gli altri non capiscano la sua situazione e tendono a spronarla ad interrompere il rapporto.

Inoltre, Penelope può mettere in stand-by la propria vita e rinunciare ad opportunità di carriera, hobby, interessi se questi tolgono tempo ai momenti che può trascorrere con l’amato che ovviamente sono limitati e che, generalmente, vengono organizzati tenendo in considerazione principalmente le necessità di lui.

Come finisce la storia di Penelope?

Ci sono tante possibili evoluzioni, ma molto raramente c’è un lieto fine.

Penelope può rimanere in una condizione di attesa per anni e anni, a volte per decenni.

In alcuni casi continua a nutrire l’illusione per sempre.

Altre volte ad un certo punto si rende conto che l’attesa è inutile, ma può comunque non riuscire a lasciare il “suo” uomo. In genere prova anche risentimento perché si rende conto di aver sprecato una parte importante della propria vita e delle proprie possibilità.

Ci sono delle volte, poi, in cui Penelope è costretta a subire l’interruzione della relazione perché l’uomo sceglie di restare esclusivamente con la moglie o perché sceglie di lasciare entrambe, magari per buttarsi tra le braccia di una terza donna.

Dott.ssa Erica Tinelli

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erica.tinelli@hotmail.it

Bibliografia

Nardone G. (2010). Gli errori delle donne (in amore). Ponte alle Grazie, Milano.

RISOLVERE I PROBLEMI SESSUALI

Risolvere i problemi sessuali è molto importante dal momento che il sesso rappresenta un aspetto fondamentale della vita di coppia o, più in generale, della vita sociale. Il sesso, infatti, contribuisce al benessere sia individuale che relazionale. Per questo motivo i problemi sessuali –come l’anorgasmia, l’assenza di desiderio, i problemi di erezione o di eiaculazione- possono causare grande frustrazione e malessere.

Come si sviluppano i problemi sessuali?

Si tratta di problemi che possono dipendere da questioni fisiche. Infatti, chi sperimenta queste difficoltà spesso fa degli accertamenti medici per valutare la presenza di problemi organici.

Alla base di tali disturbi ci può essere anche la dipendenza da farmaci, alcol o altre sostanze. Questo, quindi, è un aspetto da considerare sempre.

Molto spesso i problemi sessuali sono legati a problemi psicologici individuali –come l’ansia da prestazione- o a problematiche relazionali. 

L’intervento psicologico per risolvere i problemi sessuali

L’intervento deve essere basato sulla specificità di ogni singolo caso.

Spesso nella coppia sono presenti dei problemi più generali che vanno al di là della sfera sessuale. Pensiamo, ad esempio, alle coppie conflittuali e con difficoltà comunicative. In tali casi l’assenza o l’inadeguatezza dei rapporti sessuali può rappresentare una delle tante manifestazioni di problemi ben più ampi che andrebbero affrontati nel loro complesso.

Esistono, però, anche molte situazioni nelle quali le relazioni tra le persone sono molto soddisfacenti e l’unico problema è quello di natura sessuale che sarà, quindi, l’oggetto dell’intervento professionale.

Il trattamento previsto dalla terapia breve strategica

La terapia breve strategica si focalizza sull’analisi di come il problema
funziona e di quello che è necessario fare per risolverlo.

Vengono utilizzate specifiche tecniche e prescrizioni che porteranno la
persona a sperimentare che può superare il problema in tempi brevi.

Se il problema presentato è solo di natura sessuale, sarà necessario
analizzare e gestire le tentate soluzioni disfunzionali che mantengono il
problema. Tra le più diffuse troviamo, ad esempio, il tentativo di controllare e provocare
volontariamente sensazioni e reazioni che dovrebbero essere spontanee.

Nel caso in cui, invece, i partner presentino problematiche più generali non
riconducili solo al sesso, è necessario valutare e gestire la situazione nel complesso. Spesso per risolvere i problemi sessuali è necessario superare i problemi di comunicazione o di gestione dei conflitti.

Dott.ssa Erica Tinelli

Bibliografia

Nardone G., Rampin M. (2005). La mente contro la natura. Terapia breve strategica dei problemi sessuali. Ponte alle Grazie, Milano.

Nardone G., Balbi E., Boggiani E. (2020). Il piacere mancato. I paradossi del sesso nel nuovo millennio e la loro soluzione. Ponte alle Grazie, Milano.

IL CICLO DELLA VIOLENZA NELLE RELAZIONI DI COPPIA

Purtroppo la violenza domestica è un fenomeno abbastanza diffuso e che, a volte, arriva anche al gesto estremo dell’omicidio.

La violenza nelle relazioni di coppia può manifestarsi con modalità differenti che variano da caso a caso, ma tendenzialmente ci sono degli aspetti che tendono a presentarsi quasi sempre e che hanno a che fare con il come la violenza si sviluppa e si riproduce. Questi aspetti sono ben descritti dal modello del ciclo della violenza proposto dalla psicologa Lenore Walker.

La fase della crescita della tensione

La violenza nelle relazioni di coppia, in genere, non è improvvisa, ma si sviluppa progressivamente.

La prima fase del modello, la fase di crescita della tensione, è caratterizzata da un aumento del nervosismo, dell’agitazione dell’uomo. La donna risponde a questa situazione cercando di ridurre la tensione, ad esempio sottomettendosi all’uomo, cercando di soddisfare quanto più possibile i suoi bisogni e le sue esigenze, cercando di eliminare possibili fattori di stress.

La fase di esplosione della violenza

È la fase di violenza vera e propria che si può manifestare in tanti modi diversi e con intensità differenti. La violenza può essere fisica, psicologica, verbale, sessuale. Molto spesso non vi è un solo tipo di violenza, ma una combinazione tra più forme di violenza. Può anche succedere che siano presenti tutte.  

La fase di luna di miele dopo la violenza

In questa fase cessano le violenze e l’uomo si mostra pentito per quello che ha fatto. Diventa attento, premuroso, dichiara spesso che non succederà più.

È proprio in questo momento che in genere la donna si illude che la situazione possa davvero cambiare e che tutto si possa risolvere, ma questa è un’illusione che si presta facilmente ad essere delusa.

La fase dello scarico della responsabilità

Si caratterizza per il fatto che l’uomo attribuisce la colpa dei suoi comportamenti aggressivi a fattori che non dipendono da lui, come lo stress, la mancanza di lavoro, le difficoltà economiche o il comportamento della donna che viene incolpata di colpe che non ha. Tutto questo, però, contribuisce a sviluppare nella donna quella che spesso si rivela essere un’ulteriore illusione, quella di poter cambiare il suo uomo e di poter interrompere il ciclo cambiando il suo comportamento.

Il ciclo riparte

Le fasi descritte sono parte di un ciclo che tende a ripetersi più e più volte, spesso all’infinito. Dopo l’ultima fase, il processo inizia nuovamente a partire dalla crescita della tensione, all’esplosione della violenza e così via.

Dott.ssa Erica Tinelli

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erica.tinelli@hotmail.it

Bibliografia

Walker L., (1979) The Battered Women. Harper and Row, New York.

LA GELOSIA NELLA COPPIA

È normale essere gelosi?

La gelosia entro certi limiti è perfettamente normale e non compromette la stabilità ed il benessere della coppia e dei singoli.

Al contrario, diventa problematica quando è accompagnata da sofferenza, che in genere riguarda sia il/la geloso/a, sia la vittima di tale gelosia.

Il/la geloso/a, infatti, può essere tormentato da pensieri e immagini ricorrenti di possibili tradimenti, può sentirsi sempre insicuro, triste e arrabbiato per quello che secondo lui potrebbe essere già avvenuto oppure per quello che potrebbe accadere in futuro.

La vittima della gelosia, invece, può sentirsi soffocata dalle continue domande e osservazioni del partner e dai suoi controlli, può avere la percezione di non essere libera e può non sapere come gestire la situazione.

Perché alcune persone sono eccessivamente gelose?

La gelosia estrema ed ossessiva non ha niente a che fare con l’amore perchè è distruttiva. Chi è molto geloso/a, quindi, non necessariamente è molto innamorato/a.

La gelosia spesso sottende un sentimento di inferiorità del quale la persona può anche non essere consapevole, ma che, comunque, orienta le sue percezioni, i suoi pensieri ed i suoi comportamenti. Il/la geloso/a, ad esempio, può sentirsi più brutto/a del partner, può ritenere di avere scarse qualità, può credere di non essere degno/a di essere amato/a.

La gelosia eccessiva può essere anche la manifestazione di un disturbo paranoico basato su convinzioni false. A niente servono i tentativi di rassicurazione del partner che, spesso, non solo sono inutili, ma sono anche dannosi perché interpretati dal paranoico come tentativi di nascondere le proprie cattive intenzioni. Il paranoico, infatti, si chiede: perché rassicurare e giustificarsi in merito a qualcosa che non si è fatto?

La gelosia patologica e le sue conseguenze

La gelosia patologica in genere porta il/la geloso/a a controllare costantemente la vittima e può sfociare in varie forme di violenza, tra le quali è compreso l’omicidio.

Quando la gelosia patologia non arriva ad esiti così negativi compromette comunque la serenità della coppia perché le persone vivono in uno stato di malessere che non le fa stare più bene insieme. In alcuni casi la relazione può terminare perché il/la geloso/a non sopporta più i suoi dubbi o le sue certezze in merito a possibili tradimenti o anche perché la vittima non sopporta più lo stato di tensione e l’essere messa costantemente in discussione.

Un’altra possibile conseguenza della gelosia patologica è la realizzazione di ciò che il/la geloso/a teme. Una persona che viene accusata continuamente ed ingiustamente di infedeltà, infatti, in virtù del fatto che vive in una condizione difficile, può essere portata a cercare conforto e positività altrove, con altre persone. Questo, però, non significa necessariamente che il/la geloso/a aveva ragione perché almeno in parte è stato lui/lei, con il suo essere asfissiante, a realizzare ciò che è avvenuto.

Dott.ssa Erica Tinelli

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Per approfondire

Muriana E., Verbitz T. (2017). Se sei paranoico, non sei mai solo! Dalla diffidenza al delirio paranoico. Alpes Italia, Roma.

Sims A., Oyebode F. (2009). Introduzione alla psicopatologia descrittiva. Raffaello Cortina Editore, Milano.