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Erica Tinelli

Psicologa a Roma, Viterbo e Online

RISOLVERE I PROBLEMI SESSUALI

Risolvere i problemi sessuali è molto importante dal momento che il sesso rappresenta un aspetto fondamentale della vita di coppia o, più in generale, della vita sociale. Il sesso, infatti, contribuisce al benessere sia individuale che relazionale. Per questo motivo i problemi sessuali –come l’anorgasmia, l’assenza di desiderio, i problemi di erezione o di eiaculazione- possono causare grande frustrazione e malessere.

Come si sviluppano i problemi sessuali?

Si tratta di problemi che possono dipendere da questioni fisiche. Infatti, chi sperimenta queste difficoltà spesso fa degli accertamenti medici per valutare la presenza di problemi organici.

Alla base di tali disturbi ci può essere anche la dipendenza da farmaci, alcol o altre sostanze. Questo, quindi, è un aspetto da considerare sempre.

Molto spesso i problemi sessuali sono legati a problemi psicologici individuali –come l’ansia da prestazione- o a problematiche relazionali. 

L’intervento psicologico per risolvere i problemi sessuali

L’intervento deve essere basato sulla specificità di ogni singolo caso.

Spesso nella coppia sono presenti dei problemi più generali che vanno al di là della sfera sessuale. Pensiamo, ad esempio, alle coppie conflittuali e con difficoltà comunicative. In tali casi l’assenza o l’inadeguatezza dei rapporti sessuali può rappresentare una delle tante manifestazioni di problemi ben più ampi che andrebbero affrontati nel loro complesso.

Esistono, però, anche molte situazioni nelle quali le relazioni tra le persone sono molto soddisfacenti e l’unico problema è quello di natura sessuale che sarà, quindi, l’oggetto dell’intervento professionale.

Il trattamento previsto dalla terapia breve strategica

La terapia breve strategica si focalizza sull’analisi di come il problema
funziona e di quello che è necessario fare per risolverlo.

Vengono utilizzate specifiche tecniche e prescrizioni che porteranno la
persona a sperimentare che può superare il problema in tempi brevi.

Se il problema presentato è solo di natura sessuale, sarà necessario
analizzare e gestire le tentate soluzioni disfunzionali che mantengono il
problema. Tra le più diffuse troviamo, ad esempio, il tentativo di controllare e provocare
volontariamente sensazioni e reazioni che dovrebbero essere spontanee.

Nel caso in cui, invece, i partner presentino problematiche più generali non
riconducili solo al sesso, è necessario valutare e gestire la situazione nel complesso. Spesso per risolvere i problemi sessuali è necessario superare i problemi di comunicazione o di gestione dei conflitti.

Dott.ssa Erica Tinelli

Bibliografia

Nardone G., Rampin M. (2005). La mente contro la natura. Terapia breve strategica dei problemi sessuali. Ponte alle Grazie, Milano.

Nardone G., Balbi E., Boggiani E. (2020). Il piacere mancato. I paradossi del sesso nel nuovo millennio e la loro soluzione. Ponte alle Grazie, Milano.

LA TERAPIA DI COPPIA COME ULTIMO TENTATIVO PRIMA DELLA SEPARAZIONE

La terapia di coppia a volte è considerata l’ultimo tentativo prima della separazione. Alcune coppie, infatti, decidono di intraprendere questo percorso quando il loro rapporto è già molto in crisi, ad esempio perché uno dei due partner oppure entrambi stanno valutando seriamente la possibilità di separarsi o di divorziare.

In questi casi la terapia di coppia potrebbe rappresentare l’ultima spiaggia prima della chiusura della relazione.

Se si sta già valutando la possibilità di una separazione non è troppo tardi per fare una terapia di coppia?

Assolutamente no.

Se si sta valutando la possibilità di chiudere il rapporto molto probabilmente ci si trova in una condizione complessa, ad esempio perché vi è una crisi molto acuta o delle problematiche ben strutturate e spesso presenti anche da un po’ di tempo, seppure con intensità e modalità che possono essere cambiate. Tutto questo potrebbe rendere la terapia di coppia più complessa, ma non inutile.

Quello che è importante per l’efficacia della terapia, infatti, più che la complessità della situazione è la motivazione dei partner a seguire nel miglior modo possibile questo percorso. Inoltre, il fatto che ci si trova in una situazione grave da un certo punto di vista potrebbe anche rappresentare un vantaggio perché potrebbe mettere le persone nella condizione di impegnarsi al massimo per risolvere problemi e difficoltà che sono diventati estremamente invalidanti e dei quali ci si vuole liberare assolutamente.

La terapia di coppia può, quindi, consentire di evitare la separazione?

Sì, ma non è detto che i due partner decidano effettivamente di lavorare per evitare la rottura del loro rapporto.

Con la terapia di coppia è possibile risolvere varie problematiche psicologiche e relazionali che possono essere, ad esempio, legate alla gestione della comunicazione, dei conflitti, ai problemi sessuali, a fasi particolari che i partner stanno vivendo. È possibile affrontare e superare tutto questo, però, se lo si vuole e se le persone desiderano veramente stare insieme, al di là dei problemi anche molto seri che hanno in quel momento.

Potrebbe capitare, ad esempio, che durante la terapia di coppia le persone si rendano conto di non voler tornare insieme perché non vi è più –o forse non vi è mai stato- un legame forte tra loro e, quindi, anche risolvendo i loro problemi difficilmente riusciranno ad essere felici. In casi come questo non si può certo parlare di un fallimento della terapia di coppia, anzi la terapia di coppia è stata utile per aiutare le persone a diventare consapevoli di quello che desiderano davvero, anche quando questo non coincide con le loro aspettative iniziali.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it


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LA GELOSIA NELLA COPPIA

È normale essere gelosi?

La gelosia entro certi limiti è perfettamente normale e non compromette la stabilità ed il benessere della coppia e dei singoli.

Al contrario, diventa problematica quando è accompagnata da sofferenza, che in genere riguarda sia il/la geloso/a, sia la vittima di tale gelosia.

Il/la geloso/a, infatti, può essere tormentato da pensieri e immagini ricorrenti di possibili tradimenti, può sentirsi sempre insicuro, triste e arrabbiato per quello che secondo lui potrebbe essere già avvenuto oppure per quello che potrebbe accadere in futuro.

La vittima della gelosia, invece, può sentirsi soffocata dalle continue domande e osservazioni del partner e dai suoi controlli, può avere la percezione di non essere libera e può non sapere come gestire la situazione.

Perché alcune persone sono eccessivamente gelose?

La gelosia estrema ed ossessiva non ha niente a che fare con l’amore perchè è distruttiva. Chi è molto geloso/a, quindi, non necessariamente è molto innamorato/a.

La gelosia spesso sottende un sentimento di inferiorità del quale la persona può anche non essere consapevole, ma che, comunque, orienta le sue percezioni, i suoi pensieri ed i suoi comportamenti. Il/la geloso/a, ad esempio, può sentirsi più brutto/a del partner, può ritenere di avere scarse qualità, può credere di non essere degno/a di essere amato/a.

La gelosia eccessiva può essere anche la manifestazione di un disturbo paranoico basato su convinzioni false. A niente servono i tentativi di rassicurazione del partner che, spesso, non solo sono inutili, ma sono anche dannosi perché interpretati dal paranoico come tentativi di nascondere le proprie cattive intenzioni. Il paranoico, infatti, si chiede: perché rassicurare e giustificarsi in merito a qualcosa che non si è fatto?

La gelosia patologica e le sue conseguenze

La gelosia patologica in genere porta il/la geloso/a a controllare costantemente la vittima e può sfociare in varie forme di violenza, tra le quali è compreso l’omicidio.

Quando la gelosia patologia non arriva ad esiti così negativi compromette comunque la serenità della coppia perché le persone vivono in uno stato di malessere che non le fa stare più bene insieme. In alcuni casi la relazione può terminare perché il/la geloso/a non sopporta più i suoi dubbi o le sue certezze in merito a possibili tradimenti o anche perché la vittima non sopporta più lo stato di tensione e l’essere messa costantemente in discussione.

Un’altra possibile conseguenza della gelosia patologica è la realizzazione di ciò che il/la geloso/a teme. Una persona che viene accusata continuamente ed ingiustamente di infedeltà, infatti, in virtù del fatto che vive in una condizione difficile, può essere portata a cercare conforto e positività altrove, con altre persone. Questo, però, non significa necessariamente che il/la geloso/a aveva ragione perché almeno in parte è stato lui/lei, con il suo essere asfissiante, a realizzare ciò che è avvenuto.

Dott.ssa Erica Tinelli

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erica.tinelli@hotmail.it

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IL LITIGIO NELLA COPPIA

Per approfondire

Muriana E., Verbitz T. (2017). Se sei paranoico, non sei mai solo! Dalla diffidenza al delirio paranoico. Alpes Italia, Roma.

Sims A., Oyebode F. (2009). Introduzione alla psicopatologia descrittiva. Raffaello Cortina Editore, Milano.

IL LITIGIO NELLA COPPIA

Il litigio nella coppia spesso viene considerato come un indicatore di malessere e di crisi che provoca disagio e che deve essere evitato a tutti i costi. Non necessariamente, però, il litigio assume una connotazione negativa e, anzi, in alcuni casi può anche avere dei vantaggi.

Quando il litigio nella coppia è distruttivo?

Il litigio è distruttivo quando viene utilizzato per sfogare ostilità e rabbia accumulata nel corso del tempo o quando rappresenta uno strumento per ferire l’altra persona.

Il litigio, inoltre, può essere distruttivo anche quando è troppo frequente, al punto tale che rappresenta la principale attività della coppia e toglie costantemente spazio a tutto il resto.  

Al contrario, il litigio può essere costruttivo quando interrompe la chiusura che a volte si viene a creare tra partner perchè serve a chiarire alcuni aspetti sui quali non c’era mai stato un confronto adeguato.

Alcune indicazioni per “litigare bene”

Le indicazioni fornite di seguito sono, ovviamente, generali in quanto per poter fornire consigli adeguati ad una specifica circostanza bisognerebbe analizzarla nel dettaglio.

Prima di tutto il litigio dovrebbe essere focalizzato su aspetti specifici e circoscritti -come ad esempio determinati comportamenti avuti in alcune circostanze- evitando di tirare in ballo interpretazioni personali oppure elementi estremamente ampi e vaghi –come ad esempio “sei troppo egoista”- che non permettono di comprendere adeguatamente quello che l’altro sta recriminando.

Il litigio, inoltre, dovrebbe riguardare questioni piuttosto recenti. Tirare in ballo, magari con aggressività, cose che ormai appartengono ad un lontano passato e che non possono essere più cambiate, infatti, servirebbe solo ad accusare l’altra persona e non a cercare una soluzione ai propri conflitti.

È importante anche dedicarsi al litigio in luoghi e momenti opportuni quando si ha il tempo necessario per confrontarsi e quando non c’è il rischio di creare ulteriori disagi e problemi come può avvenire, ad esempio, quando si litiga davanti a figli o amici.

Durante il litigio, poi, può essere normale arrabbiarsi, alzare un po’ i toni, ma è fondamentale rispettare sempre i limiti ed evitare di andare a toccare le “aree sensibili” dell’altra persona, ossia quegli aspetti sui quali si sente debole e vulnerabile. Questo, infatti, potrebbe creare un conflitto insanabile.

Dott.ssa Erica Tinelli

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erica.tinelli@hotmail.it

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IL TENTATIVO CONVINCERE IL PARTNER A SEGUIRE UNA TERAPIA DI COPPIA

Bibliografia

Gulotta G. (2017). Commedie e drammi nel matrimonio. Feltrinelli, Milano.

IL TENTATIVO DI CONVINCERE IL PARTNER A SEGUIRE UNA TERAPIA DI COPPIA

Sono davvero numerose le persone che presentano delle problematiche che possono essere affrontate e superate attraverso la terapia di coppia.

Sono anche tanti i casi in cui uno dei due partner vorrebbe fare una terapia di coppia, mentre invece l’altro non è d’accordo per vari motivi, ad esempio perché non ritiene che ci siano delle questioni da dover affrontare, perché non le considera una priorità, perché pensa che le difficoltà siano individuali, perché crede che uno psicologo non possa essere d’aiuto. In queste situazioni colui o colei che vorrebbe intraprendere il percorso della terapia di coppia può avere la tentazione di cercare di convincere l’altro a fare questo tentativo insieme.

È utile cercare di convincere il partner a seguire una terapia di coppia?

Tra le caratteristiche che contribuiscono a determinare l’efficacia della terapia di coppia o più in generale di qualsiasi consulenza psicologica troviamo la motivazione e l’impegno delle persone, elementi che, a loro volta, portano a seguire il percorso in modo serio.

Cercare di convincere il partner a seguire una terapia di coppia, quindi, potrebbe rivelarsi completamente inutile o addirittura dannoso. Prima di tutto questo comportamento potrebbe portare ad un incremento dei conflitti e potrebbe provocare una resistenza ancora maggiore rispetto alla possibilità di rivolgersi ad un professionista. Inoltre, anche nel caso in cui una persona riesca apparentemente a convincere il partner ad intraprendere una terapia di coppia, se questo non è sicuro di voler tentare e di volersi affidare, molto probabilmente non riuscirà a seguire adeguatamente i colloqui e le indicazioni fornite, rischiando di perdere solo tempo e soldi.

La terapia di coppia sicuramente può essere una proposta da fare al partner, ma senza insistere. Affidarsi ad un professionista è una scelta personale ed è meglio non forzare nessuno in questa direzione.

E allora chi ha un problema di coppia e un partner che non vuole venire in terapia cosa può fare?

Il fatto di avere un problema di coppia non significa che per poter arrivare ad una soluzione sia necessario fare una terapia di coppia.

Colui che vorrebbe intraprendere questo percorso, infatti, può rivolgersi ad un professionista anche singolarmente, analizzare insieme a lui la situazione e comprendere cosa potrebbe fare in prima persona per cercare di migliorare la relazione, anche senza la collaborazione dell’altra parte. Una coppia, infatti, è un sistema di parti (i partner) che si influenzano: cambiando il comportamento di una persona, ci saranno inevitabilmente dei cambiamenti anche nel comportamento dell’altra e nelle dinamiche comunicative e relazionali.

Dott.ssa Erica Tinelli

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I PRESUPPOSTI DELLA TERAPIA DI COPPIA La terapia di coppia è uno strumento importante per superare momenti di difficoltà o per risolvere problematiche più strutturate, ad esempio di tipo comunicativo. Affinchè il percorso sia davvero efficace, però, è necessario che siano presenti i presupposti della terapia di coppia.

Primo presupposto: motivazione da entrambe le parti

Innanzitutto, entrambi i partner devono essere motivati a seguire questo percorso, non necessariamente lungo, ma che richiede impegno e desiderio di lavorare per migliorarsi. Capita molto spesso che uno dei due partner prenda l’iniziativa per richiedere una terapia di coppia e che l’altro acconsenta pur non essendone così convinto, ad esempio perché pensa che non ci siano grandi questioni da affrontare oppure perché crede che lo psicologo non possa essere d’aiuto in questo. Questa situazione non è necessariamente problematica, purchè la persona “trascinata” decida  di impegnarsi nel percorso partecipando ai colloqui e seguendo le indicazioni. Se fa questo può anche mantenere il suo scetticismo, che è anche utile. Non si richiede fiducia a priori, parleranno i risultati. Se, invece, almeno uno dei due partner non è disponibile a parlare dei suoi problemi, seppur con i suoi tempi, se non vuole confrontarsi con l’altro (oppure se non vuole esporsi davanti ad un professionista), se non vuole provare a seguire neanche l’indicazione più semplice, se non si presenta agli appuntamenti o li rimanda sempre….beh, la terapia di coppia non è la strada giusta.

Secondo presupposto: riconoscere i propri limiti e desiderare il cambiamento

Un altro elemento indispensabile, probabilmente collegato al precedente, è il fatto che entrambi i partner devono riconoscere che ci sono degli aspetti del proprio comportamento che possono essere migliorati, che sono quelli sui quali si potrà lavorare con la terapia di coppia. Immaginate una situazione nella quale un uomo dichiara che non c’è niente che lui possa migliorare e che, invece, è sua moglie che deve cambiare. In questo caso qual è il senso della terapia di coppia? Perché una persona che dichiara di non voler cambiare niente dovrebbe venire in terapia? In questi casi, inoltre, capita spesso che questa posizione di non disponibilità al cambiamento venga assunta da entrambi i partner. Riprendendo l’esempio precedente, la moglie potrebbe dire che è il marito che deve cambiare il suo modo di rapportarsi con lei. È molto facile focalizzarsi sui difetti dell’altro perché così non ci si dovrà impegnare per migliorarsi. Nella terapia di coppia, però, si lavora su entrambi, altrimenti si valuta la possibilità di fare una consulenza individuale oppure non si intraprende alcun percorso.

Terzo presupposto: stima reciproca

Per arrivare a creare una relazione felice è necessario anche che tra i partner ci sia stima reciproca. Ciò vuol dire che ognuno dei due riconosce all’altro delle importanti qualità positive. Qualsiasi problema può essere risolto, ma è fondamentale avere il desiderio di farlo per poter vivere serenamente con una persona che si stima. Perché, altrimenti,  impegnarsi per stare con una persona che si disprezza o che ci è indifferente? Attenzione, però, perchè non sempre è semplice capire se si stima l’altra persona oppure no. Ci sono dei casi, ad esempio, in cui la stima viene coperta dal rancore o da altre difficoltà.

E se non sono presenti i presupposti della terapia di coppia?

Prima di tutto è bene specificare che la valutazione in merito alla presenza dei presupposti andrebbe effettuata dal professionista. Chi non conosce bene certe dinamiche e chi vi è immerso, infatti, può ingannarsi facilmente. Se non sono presenti i presupposti della terapia di coppia, è possibile valutare delle alternative. Tra queste, la principale è rappresentata dalla consulenza individuale che avrà l’obiettivo di aiutare la persona a lavorare sulle sue difficoltà.

Dott.ssa Erica Tinelli

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erica.tinelli@hotmail.it

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