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Erica Tinelli

Psicologa a Roma, Viterbo e Online

IL LUTTO PERINATALE

Che cos’è il lutto perinatale?

Si parla di lutto perinatale quando la morte avviene prima o durante la nascita oppure poco dopo (fino a 7 giorni dopo il parto secondo l’OMS).

Come negli altri lutti, anche in questo caso possono essere sperimentati vissuti di shock, di incredulità, di dolore, di rabbia, di disperazione. A questi si può aggiungere anche la vergogna ed il senso di colpa per il proprio corpo pensato come privo di capacità generative.

Qual è la specificità di questo lutto?

Diversamente da quello che avviene negli altri lutti, nel lutto perinatale la perdita riguarda una persona che non è stato possibile conoscere attivamente e con la quale non è stato possibile condividere attività e costruire ricordi. Nonostante questo, si tratta comunque di una persona con la quale si è creato un forte attaccamento. Era una persona che esisteva nelle proprie fantasie, nei propri desideri, nei propri progetti, nelle conversazioni quotidiane.

Il lutto perinatale, soprattutto quando avviene nelle prime fasi della gravidanza, può essere soggetto ad un pregiudizio culturale. Infatti, a volte capita che i genitori, anche a causa delle osservazioni altrui, non si sentano in diritto di soffrire per qualcuno che spesso non è considerato ancora un bambino. A tal proposito, i genitori a volte non sanno neanche come dovrebbero sentirsi e hanno il dubbio che quello che provano non è normale

L’elaborazione del lutto perinatale

Come per gli altri lutti, anche l’elaborazione del lutto perinatale richiede di attraversare il dolore per superarlo, trasformando una ferita aperta in una cicatrice. Chi ha subito un lutto spesso ha la tendenza a rifuggire il dolore (ad esempio distraendosi e cercando di non pensarci) e, proprio per questo, lo amplifica in quanto inibisce il naturale processo di elaborazione. Il tentativo di voler evitare il dolore può essere particolarmente forte nel caso del lutto perinatale proprio per le specificità descritte prima.

L’elaborazione del lutto richiede anche che i genitori siano adeguatamente informati di quelli che sono i loro diritti e le possibilità che hanno. Ad esempio, non tutti i genitori sanno che, se vogliono, possono stare con il figlio morto per conoscerlo al di fuori della pancia e per costruire dei ricordi. Possono anche svolgere il rito di commiato ed essere informati sulla sepoltura.

Nell’elaborazione del lutto, inoltre, è importante sapere che il processo non sarà necessariamente rapido e che è importante concedersi il tempo necessario. In quest’ottica è opportuno tenere a mente che la ricerca rapida di una nuova gravidanza può essere un tentativo inefficace di affrontare il lutto. Infatti, nessun nuovo figlio può sostituire il figlio perduto ed il vuoto che lui ha lasciato.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

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LA GESTIONE DEL LUTTO

IL LUTTO PATOLOGICO O COMPLICATO

Per approfondire

Ravaldi C., Rizzelli C. (2018). La morte perinatale e il sostegno possibile, Quaderni ACP. https://acp.it/assets/media/Quaderni-acp-2018_254_178-181.pdf

IL LUTTO PATOLOGICO O COMPLICATO

Che cos’è il lutto?

Il lutto è uno stato di forte disagio che si presenta a seguito della perdita di una persona importante. In queste situazioni si possono manifestare tante emozioni diverse come la disperazione, la rabbia, la confusione. Si tratta di reazioni perfettamente normali dal momento che una persona importante non c’è più. In alcuni casi, però, il lutto diventa patologico.

Quando si parla di lutto patologico o complicato?

Quando la persona non riesce ad elaborare la perdita e ad andare avanti con la propria vita. Infatti, il malessere estremo che vive compromette il suo funzionamento in ambito sociale, lavorativo e in altre aree della vita.

È molto importante tenere in considerazione il tempo che è trascorso dalla morte della persona cara. Certe reazioni estreme, come ad esempio pianti continui o difficoltà a fare anche le cose più semplici –come mangiare o curare la propria igiene- sono normali nelle fasi immediatamente successive la perdita, mentre diventano patologiche se persistono a lungo.

Secondo il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM5) si può parlare di lutto complicato quando nei 12 mesi successivi alla morte (6 mesi nei bambini) sono presenti frequentemente e ad un livello molto inteso i seguenti sintomi: persistente nostalgia per la persona deceduta, tristezza e dolore intensi, preoccupazione per il deceduto o per le circostanze della morte, difficoltà nell’accettare la morte, incredulità, rabbia, difficoltà ad abbandonarsi a ricordi positivi del defunto, desiderio di morire per ritrovarlo, sensazione di essere soli, scarsa fiducia verso gli altri, percezione che senza la persona cara la propria vita sia vuota, confusione sui propri progetti di vita, riluttanza a pensare al futuro. Tali reazioni non sono patologiche e disfunzionali: lo diventano solo se troppo frequenti o intense.

Come superare un lutto complicato

Se non c’è ancora stata un’adeguata elaborazione del lutto non vuol dire che non ci potrà mai essere. Spesso la mancata elaborazione del lutto è dovuta al fatto che la persona, per provare a superare la sua sofferenza, mette in atto dei comportamenti che non solo non risolvono il problema, ma lo peggiorano. Tra gli esempi di azioni inefficaci, ad esempio, troviamo il tentativo di allontanare il dolore che lo amplifica ancora di più.

Interrompere questi comportamenti problematici consente di gestire al meglio la situazione e di superare il problema.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

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Cos’è il lutto?

E’ uno stato di forte malessere che si manifesta quando si perdono delle persone importanti. Gli stati d’animo tipici del lutto sono la tristezza, la disperazione, la confusione, la rabbia, l’incredulità, la nostalgia. In alcuni casi possono essere presenti anche sensi colpa, ad esempio quando si pensa di non aver fatto tutto il necessario o di essere stati assenti.

Il lutto non riguarda esclusivamente la morte, ma una gamma di situazioni più ampie che riguardano la perdita, ossia il venir meno di figure di riferimento molto importanti. Può essere un lutto, ad esempio, anche la fine di un’importante amicizia o di una storia d’amore.

Come si può gestire?

È importante avere ben chiaro che quando si è colpiti da un lutto è perfettamente normale provare una profonda sofferenza che compromette il benessere e che interferisce con la quotidianità, anche in riferimento allo svolgimento di attività di base. Uno degli errori che viene commesso più spesso è quello di non accettare questa condizione. La sofferenza che si prova in queste situazioni deve essere accolta, vissuta appieno, elaborata. È necessario lasciare spazio al dolore e abbandonarsi ad esso perché questo rappresenta l’unico modo per superarlo e poter arrivare a riorganizzare la propria vita in funzione della perdita subita.

Quando è opportuno chiedere l’aiuto di un professionista?

Quando la gestione del lutto diventa problematica, quando si sente il bisogno di un adeguato supporto psicologico o quando si vuole avere un confronto in merito agli errori da evitare o alle strategie più adeguate da utilizzare.

Il lutto è problematico quando lo stato di forte malessere si protrae troppo a lungo, ostacolando la riorganizzazione dei propri progetti ed il ritorno allo stile di vita usuale. Ovviamente anche quando vi è stata un’adeguata elaborazione del lutto i sentimenti di tristezza e di nostalgia potranno essere sempre presenti, ma in modo occasionale e non così intenso da bloccare il presente e la prosecuzione serena della vita.

In molti casi l’adeguata elaborazione del lutto avviene in maniera spontanea, ma anche in tali circostanze se lo si ritiene opportuno è possibile rivolgersi ad un professionista per accelerare questo processo e per evitare di mettere in atto, involontariamente, dei comportamenti che potrebbero rivelarsi inefficaci o addirittura dannosi. Ad esempio, capita a volte che alcune persone si rivolgano ad uno psicologo per avere indicazioni in merito a come comportarsi per aiutare i bambini nell’elaborazione del lutto.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

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