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Erica Tinelli

Psicologa a Roma, Viterbo e Online

GESTIRE LA SOLITUDINE PER STARE BENE CON SÉ STESSI E CON GLI ALTRI

Le caratteristiche della solitudine

La solitudine e le reazioni di malessere o benessere ad essa associate non sono legate soltanto ad elementi fisici oggettivi, ma hanno a che fare anche con delle percezioni soggettive. C’è chi, ad esempio si sente solo anche se è sempre circondato da persone e c’è chi, invece, non si sente solo anche se passa molto tempo in completo isolamento.

C’è chi, poi, vive la solitudine con tranquillità o con gioia e chi, invece, è pervaso dalla sofferenza più cupa. Ciò indica che la solitudine, che fa parte della vita di ognuno di noi, di per sé non è né un bene né un male: ciò che fa la differenza è il modo in cui viene gestita e vissuta.

Perché è importante imparare a stare bene da soli?

Imparare a stare bene da soli è fondamentale per il benessere personale e relazionale, elementi che sono fortemente interconnessi tra loro.

Imparando a stare bene con se stessi si diventa capaci di migliorarsi per poi selezionare e scegliere con chi si vuole stare. Chi non è capace a stare da solo, infatti, in genere tende a ricercare e a sviluppare relazioni poco soddisfacenti pur di trovare compagnia. È molto diffusa, ad esempio, la tendenza a cercare di soddisfare il più possibile le richieste e le aspettative degli altri per non essere allontanati e per il timore, quindi, di rimanere soli.

Non saper stare da soli porta anche molte persone a non interrompere relazioni ormai poco soddisfacenti o addirittura tossiche perché qualsiasi cosa è considerata migliore del tanto temuto isolamento.

Come imparare a stare da soli?

Prendendosi cura di sé. Questo significa lavorare sul proprio miglioramento che deve riguardare numerose aree, come ad esempio l’aspetto fisico, la capacità di comunicazione, la gestione delle emozioni, la flessibilità, la creatività, la coltivazione delle proprie risorse e dei propri talenti.

Il miglioramento di sé, oltre a donare soddisfazione intrinseca, rende anche più desiderabili agli occhi degli altri. Rappresenta, quindi, un elemento molto importante per lo sviluppo di relazioni soddisfacenti. Quando si entra in relazione, poi, diventa importante anche prendersi cura dell’altro evitando di dimenticarsi di prendersi cura di sé.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

Per approfondire

Nardone G. (2020). La solitudine. Capirla e gestirla per non sentirsi soli.Ponte alle Grazie, Milano.

I BENEFICI DELLA SCRITTURA

La scrittura può essere un alleato molto importante del nostro benessere. Infatti, in molti approcci terapeutici, come ad esempio la terapia breve strategica, è uno degli strumenti che viene utilizzato per lavorare su specifiche problematiche, come ad esempio l’elaborazione di un trauma o la gestione della rabbia.

Scrivendo possiamo acquisire una migliore conoscenza e comprensione di noi stessi e possiamo elaborare quanto ci accade. La letteratura sul tema ha dimostrato che la scrittura (molto spesso definita espressiva) può avere importanti benefici.

I benefici della scrittura sul fisico

E’ stato dimostrato che, dopo aver seguito un programma di scrittura, si verificava un miglioramento delle funzioni del sistema immunitario e, nei mesi successivi, le persone facevano meno visite mediche rispetto a coloro che non avevano fatto questa esperienza.

Inoltre, già mentre scrivono le persone in genere manifestano segnali fisici che indicano una riduzione dello stress. Tra questi troviamo la riduzione della tensione muscolare, della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna.

L’impatto psicologico

La scrittura nel breve termine (fino ad una o due ore dopo aver scritto) può avere effetti apparentemente negativi. Le persone, infatti, possono provare una profonda tristezza che può anche sfociare nel pianto. Si tratta di un passaggio che a volte è necessario per poter godere dei successivi effetti positivi che sono rappresentati da una diminuzione dei sintomi depressivi e ansiogeni e da una netta riduzione delle ruminazioni e dei pensieri intrusivi.

Nel tempo, inoltre, aumenta la frequenza con la quale le persone provano emozioni positive.

I benefici sul comportamento

La scrittura può contribuire al miglioramento della prestazione scolastica e lavorativa.

Questo probabilmente avviene perchè la scrittura consente di liberarsi in parte da alcune preoccupazioni, di superare dei blocchi mentali e di migliorare, così, la capacità di concentrarsi su compiti complessi.

Le relazioni

Infine, si è osservato che le persone che fanno l’esperienza della scrittura espressiva, successivamente migliorano anche la qualità della loro vita sociale.

Più precisamente, queste persone parlano di più con gli altri, sorridono ed esprimono più facilmente e mostrano più spesso le emozioni positive.

Ma come deve essere la scrittura?

Tutti i benefici descritti sono possibili a patto di seguire delle regole.

Innanzitutto, è necessario dedicare alla scrittura il giusto tempo, che può variare molto a seconda della persona e della situazione. Nella maggior parte dei casi è necessario scrivere per più giorni, per un tempo di almeno 10 minuti ogni volta. A volte non è neanche possibile definire a priori il tempo necessario, ma ci si organizza in base a quanto si percepisce di avere bisogno di scrivere, aspetto che può essere molto soggettivo.

Un’altra regola importante è quella di non preoccuparsi della forma di quanto si sta scrivendo: bisogna descrivere la situazione, i propri pensieri ed i propri sentimenti senza prestare attenzione alla grammatica, all’ortografia, allo stile.

Infine, è fondamentale esprimersi liberamente, nel modo più aperto e più onesto possibile. Solo in questo modo, infatti, è possibile elaborare gradualmente quello che viene descritto ed assumere una posizione di distacco dall’evento spiacevole. Se avete paura che qualcuno possa leggere quello che scrivete, distruggetelo subito dopo averlo scritto.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

Bibliografia

Pennebaker J. W. E Evans J. F. (2014). Expressive Writing: Words That Heal. Idyll Arbor.

SAPER BRILLARE DI LUCE PROPRIA

Molte persone cercano di brillare di luce riflessa. Ecco qualche esempio:

“Mio figlio è laureato”

“Mio marito ha un lavoro di responsabilità”

“Mia moglie sa fare tutto”

“E’ medico”

“Ha sempre preso il massimo dei voti”

“E’ bravissimo nello sport”

“E’ il migliore in…”

Cosa hanno in comune tutte queste frasi (e tante altre)? Sono tutte orientate ad elogiare persone vicine a sè, come ad esempio un figlio oppure il/la partner. 

Ovviamente in questo potrebbe non esserci niente di male o niente di strano. A chiunque fa piacere avere vicino delle persone con dei talenti o delle caratteristiche positive, delle persone che in determinati ambiti sanno distinguersi dagli altri e sanno individuare interessi o progetti di vita da portare avanti in modo così determinato da arrivare ad eccellere. 

Il punto, però, è che per alcune persone il fatto di avere vicino qualcuno che è bravo in qualcosa rappresenta l’unico elemento di soddisfazione perché hanno costruito una vita nella quale non hanno individuato o non hanno perseguito in modo efficace degli obiettivi personali oppure lo hanno fatto in riferimento a cose che non li hanno resi felici e ora non sono contenti di quello che hanno e di quello che sono.

L’unico modo che sembra loro possibile per risollevarsi da questa condizione potenzialmente deprimente è quello di “appoggiarsi” ad altre persone e ai loro progetti, alle loro ambizioni, alle loro qualità perché in questo modo è come se sentissero tutte queste cose un po’ come proprie, anche se in realtà non lo sono affatto. Il tentativo, quindi, è quello di splendere di luce riflessa, sperando che questo possa donare un po’ di sollievo e di felicità, anche lieve.

Ogni persona, però, dovrebbe imparare a brillare di luce propria, ossia dovrebbe imparare a stare bene e ad essere soddisfatta per le proprie doti, per i propri progetti, per i propri successi, piccoli e grandi. E se non ha niente di tutto questo, può sempre imparare a lavorare per costruirlo.

A volte le persone si rendono conto di non aver realizzato niente di importante per loro quando pensano che ormai è troppo tardi, quando pensano di essere troppo grandi. Certamente l’età è un fattore importante, inutile negarlo: fare progetti a 20 ed impegnarsi per realizzarli non è la stessa cosa che farli a 40-50, ma è sempre possibile attivarsi per realizzare qualcosa di proprio, qualcosa che rende felici, soddisfatti, orgogliosi di sé.

L’alternativa è certamente quella di brillare di luce riflessa e magari anche cercare di consolarsi provando a “spegnere” altre persone, gettando fango su di loro e sminuendo i loro successi ed i traguardi raggiunti… ma questo può significare davvero brillare? Forse per le persone che si accontentano, sì.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it


MIGLIORARE TE STESSO CON 3 STRUMENTI CHE FORSE NON CONOSCI

Migliorare se stessi è un obiettivo molto ambito che tanti cercano di perseguire. Il potenziamento delle proprie risorse e delle proprie abilità, infatti, consente di essere più efficaci nei più svariati ambiti di vita, di essere più soddisfatti, di avere delle relazioni migliori e una vita più appagante.

Sono numerosi gli elementi che è importante saper utilizzare per migliorare se stessi. Tra questi, ad esempio, troviamo la determinazione, la resilienza, l’esercizio costante e reiterato, il saper ricercare o creare un ambiente ricco di stimoli. Ci sono, poi, degli strumenti che rispetto ad altri sono meno conosciuti, ma che sono altrettanto fondamentali. Vediamoli.

Il piacere

Per poter migliorare se stessi è necessario ricercare in quello che facciamo per potenziare le nostre abilità la sensazione del piacere.

Siamo abituati a pensare che per poter ottenere qualcosa di importante è necessario lavorare duramente ed effettivamente è così, ma questo non esclude la possibilità di rendere le nostre attività piacevoli.

Spesso il piacere si ottiene pensando ai risultati desiderati che potranno essere ottenuti con il proprio impegno. È necessario, però, andare oltre e ricercare la piacevolezza proprio in quello che si fa nel preciso momento in cui si sta lavorando per migliorare se stessi. In caso contrario, la propria mente assocerà a determinate attività delle sensazioni di avversione, stress e rifiuto che porteranno ad evitare alcune situazioni o comunque a non viverle nel migliore dei modi. Per questo motivo si consiglia anche di interrompere determinati esercizi proprio quando si sperimentano sensazioni positive legate all’esecuzione ottimale in modo da far sedimentare nella mente questa esperienza piacevole.

Adattamento

Sapersi adattare al variare delle situazioni è un’abilità fondamentale per chi desidera lavorare sui propri limiti. Chiunque, infatti, nella vita deve affrontare i cambiamenti e le situazioni nuove e saper affrontare tutto questo nel modo più adeguato rappresenta un valore aggiunto fondamentale.

Sapersi adattare, oltre a rendere le persone capaci di affrontare le varie circostanze della vita, permette anche di sviluppare la giusta elasticità mentale, indispensabile per evitare di sviluppare schemi di pensiero e di comportamento che possono diventare troppo rigidi e, di conseguenza, disfunzionali.

Variare le attività per migliorare

Spesso il miglioramento di se stessi si focalizza sul tentativo di sviluppare una particolare abilità o sul cercare di ottenere risultati importanti in un determinato settore, come quello lavorativo o sportivo.

Qualsiasi sia l’ambito sul quale si decide di focalizzarsi, però, bisogna tener presente la necessità di integrare le attività abituali necessarie per superare i propri limiti con altre attività radicalmente diverse. Queste rappresentano delle distrazioni che evitano una concentrazione eccessivamente intensa e anche potenzialmente ossessiva e stressante su alcuni aspetti.

Inoltre, dedicarsi ad altro permette anche di imparare a guardare le cose da prospettive diverse, abilità molto importante per risolvere problemi e per comprendere meglio se stessi e la realtà circostante.

Dott.ssa Erica Tinelli

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erica.tinelli@hotmail.it

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Bibliografia

Nardone G. e Bartoli S. (2019). Oltre se stessi. Scienza e arte della performance. Ponte alle Grazie, Milano.

IL SEGRETO PER CAMBIARE IL MONDO E’…

Cambiare il mondo è un desiderio di molti. Tante persone, infatti, si lamentano del fatto che viviamo in un mondo che spesso può sembrare brutto perché privo di valori, pieno di cattiveria, di superficialità, di persone che si comportano male verso gli altri, di cose che non vanno bene.

Al di là del fatto che nel mondo esistono sicuramente anche tante cose e persone belle e positive, è innegabile che ci sono davvero molti aspetti che lasciano perplessi ed insoddisfatti e che andrebbero cambiati per il bene di tutti. Pensiamo, ad esempio, alla povertà, alla disoccupazione, ai ritmi di vita sempre più incalzanti e stressanti per chiunque, alla violenza, alle malattie, alle relazioni distruttive o superficiali.

Davanti a problematiche così ampie e così complesse ogni persona può avere una sensazione di impotenza, ossia può credere di non poter fare assolutamente nulla per migliorare il mondo perché si tratterebbe di un’impresa più grande di lei.

Ogni singola persona, però, in base alle proprie caratteristiche ed in base alle proprie possibilità può fornire il proprio contributo al miglioramento del mondo. Si tratta di azioni che a volte possono sembrare piccole ed insignificanti rispetto alla grandezza del problema da risolvere, ma si sa che l’oceano è fatto da tante piccole gocce ed ognuno può contribuire a riempirlo con le proprie.

Lamentarsi delle cose che non vanno è perfettamente comprensibile, ma lamentarsi e basta non è sufficiente perché non cambia in alcun modo le cose. E non serve a niente neanche rifugiarsi in pensieri come “non posso farci nulla”, “non dipende da me”, se non a giustificare il fatto di non far nulla per cercare di apportare dei miglioramenti alle varie situazioni che ci coinvolgono.

Per cambiare il mondo si deve iniziare a cambiare se stessi.

Ognuno di noi, infatti, è inserito in più “sistemi”, come ad esempio la famiglia, il gruppo di amici, il gruppo di lavoro, ma anche persone che si conoscono poco e con le quali si interagisce in modo più occasionale. Le parti di un sistema sono fortemente interconnesse e si influenzano reciprocamente. Ogni persona, quindi, è influenzata dagli altri e, a sua volta, è in grado di influenzarli. Introducendo dei cambiamenti nel nostro comportamento, inevitabilmente provocheremmo dei cambiamenti anche nelle altre persone, con la possibilità di innescare un circolo virtuoso nel quale ai piccoli cambiamenti positivi introdotti da una persona si uniranno ben presto tanti altri piccoli cambiamenti che complessivamente possono produrre grandi cambiamenti.

“Un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso.” Gandhi

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