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Erica Tinelli

Psicologa a Roma, Viterbo e Online

BUONI PROPOSITI: COME EVITARE CHE FALLISCANO?

EVITARE CHE I BUONI PROPOSITI FALLISCANO PUNTUALMENTE.jpgNegli ultimi giorni di dicembre e nei primi giorni di gennaio molte persone fanno la lista dei buoni propositi per l’anno nuovo. E in molti casi non riescono a realizzarli e li ripropongono di anno in anno.

Perché i buoni propositi solitamente falliscono? Come evitare che ciò avvenga?

I buoni propositi devono essere definiti in modo chiaro

Il primo passo per evitare che i buoni propositi falliscano è quello di definirli in modo chiaro, senza alcun tipo di ambiguità. Questo è molto importante perchè consente di individuare le strategie migliori per raggiungere l’obiettivo prefissato e di monitorare, nel corso del tempo, il percorso che è stato fatto per realizzare il proprio progetto e valutare se si è sulla strada giusta oppure no.

Ecco alcuni esempi di buoni propositi che le persone fanno molto spesso, ma che sono formulati in modo poco chiaro:

  • “voglio mangiare meglio” à cosa significa esattamente? Mangiare meno cibo-spazzatura? Avere un’alimentazione più variegata? Cucinare di più e mangiare meno cibi pronti? Dedicare più tempo e più attenzione al momento dei pasti? Tutte queste cose insieme?
  • “penserò di più a me stesso” à è una definizione troppo ampia che potenzialmente potrebbe includere un’infinità di cose. Cosa significa pensare di più a sè? Dedicare più tempo -quanto? – ad attività piacevoli -quali?- o al riposo? Lavorare di meno? Abbandonare determinati impegni considerati troppo gravosi? Imparare ad essere meno disponibili nei confronti di determinate persone?
  • “farò attività fisica” à in questo caso occorre entrare un po’ di più nello specifico e definire prima di tutto delle tempistiche e delle modalità. Quanta attività fisica si intende fare esattamente? Una volta a settimana per un’ora? O due volte per due ore? Tutti i giorni per mezz’ora? E che tipo di attività si intende fare?
  • “voglio leggere di più” à anche in questo caso bisogna definire il proposito in termini più dettagliati per poter avere una guida alla quale fare riferimento. Quanto si vuole leggere e con quale frequenza? Almeno 15 minuti al giorno? Un’ora al giorno? 2 ore il sabato e 2 ore la domenica?

Devono essere realistici

I buoni propositi devono essere programmati in nodo tale da essere effettivamente raggiungibili e questa valutazione va fatta anche sulla base della specificità della persona e della situazione di partenza.

Ad esempio “dedicare mezz’ora al giorno a fare una passeggiata o una corsetta per tenersi in forma” è un obiettivo che, in generale, può essere perfettamente realistico e raggiungibile, ma per una persona poco attiva che non ha mai fatto attività fisica potrebbe essere troppo impegnativo e potrebbe essere opportuno iniziare in modo un po’ più “soft” -ad esempio: “fare una passeggiata o una corsetta di mezz’ora per 2 volte a settimana”-.

Se il proprio progetto non viene definito in modo realistico il rischio che fallisca è molto elevato e, in seguito a questo insuccesso, la persona potrebbe anche sviluppare un vissuto di frustrazione, rabbia, tristezza, senso di colpa.

La definizione realistica dei buoni propositi implica anche che questi non devono essere troppo numerosi e soprattutto non devono riguardare esclusivamente la sfera del “dovere”. Quanti dei propositi che hai definito riguardano cose che vorresti veramente fare perché ti piacciono e perché ti fanno sentire soddisfatto e felice? E quanti, invece, riguardano cose che non ti piacciono, ma che pensi dovresti fare per motivi di lavoro, familiari, di salute, ecc…? Deve esserci un adeguato bilanciamento tra la sfera del dovere e quella del piacere, altrimenti si rischia di fallire molto facilmente. Se anche si raggiungono dei risultati, solitamente le persone si portano dietro un carico di stress che è molto forte e che poteva essere evitato con un’organizzazione migliore.

Quando il raggiungimento dei buoni propositi è ostacolato da problemi psicologici

Infine, occorre tenere a mente che non tutti i buoni propositi possono essere raggiunti con un’attenta programmazione e con il giusto impegno perché a volte le persone possono essere ostacolate dalla presenza di determinati problemi psicologici che andrebbero affrontati e risolti.

È il caso, ad esempio, di coloro che non riescono a mangiare meglio perché per loro il cibo è un rifugio che serve a colmare dei vuoti o al quale affidarsi nei momenti di stress, ansia e tristezza.

Un altro esempio molto frequente è quello delle persone che non riescono a rinunciare a degli impegni o ad essere meno disponibili verso gli altri perché temono di essere giudicate negativamente oppure di venire emarginate.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

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