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Erica Tinelli

Psicologa a Roma, Viterbo e Online

I VARI TIPI DI BULIMIA

Che cos’è la bulimia?

La bulimia è un disturbo alimentare che si caratterizza per la presenza di abbuffate, che sono episodi nei quali la persona mangia una grande quantità di cibo, molto di più di quanto vorrebbe e di quanto dovrebbe in base alle sue esigenze nutrizionali. L’abbuffata, quindi, non è determinata dalla fame, ma è un impulso incontrollabile alla consumazione alimentare. Durante le abbuffate, infatti, la persona percepisce di non riuscire in alcun modo a controllare quello che sta facendo e successivamente si sente in colpa.

Le varie tipologie

All’interno del quadro clinico della bulimia è possibile trovare delle situazioni che presentano caratteristiche che sono molto diverse tra loro. Secondo le ricerche condotte dallo psicologo e psicoterapeuta Giorgio Nardone e dai suoi collaboratori è possibile individuare tre diverse categorie di bulimia: la bulimia boteriana, la bulimia da effetto «carciofo» e la bulimia jo jo.

La bulimia boteriana

Riguarda quelle persone che hanno lottato per anni e anni per ottenere una buona forma fisica, fino a che, dopo numerosi fallimenti, si sono arrese all’estenuante lotta con il cibo e, alla fine, hanno ceduto totalmente al piacere di mangiare.

Chi soffre di bulimia di tipo boteriano, quindi, arriva a percepire la propria condizione come inevitabile, ma si adatta ad essa e la accetta.

La bulimia da effetto «carciofo»

Si manifesta quando oltre al problema alimentare, sono presenti anche delle problematiche emotivo-relazionali. Il disturbo alimentare, quindi, è qualcosa verso il quale la persona orienta tutte le sue energie per evitare di affrontare tematiche che percepisce come più complesse. Ad esempio, la scarsa desiderabilità estetica può proteggere la persona dal doversi confrontare con la possibilità di vivere relazioni che percepisce come impure o travolgenti e, per questo motivo, incontrollabili. 

La bulimia jo jo

E’ la forma più frequente e si presenta quando la vita della persona è scandita tra periodi nei quali riesce a controllare il proprio rapporto con il cibo e periodi nei quali, invece, perde il controllo e si lascia andare ad un’alimentazione del tutto sregolata. Anche l’umore della persona e la valutazione che dà a se stessa sono altalenanti. Si passa, pertanto, da fasi di serenità e di fiducia in sé a fasi nelle quali l’autostima crolla e regnano i sensi di colpa per aver ceduto alle tentazioni.

Il trattamento secondo la terapia breve strategica

La terapia breve strategica ha un tasso di efficacia dell’88% nel trattamento della bulimia. L’obiettivo terapeutico è quello di aiutare la persona a sviluppare un rapporto equilibrato e piacevole con il cibo, facendole sperimentare che mangiare di gusto ed essere in forma non sono affatto obiettivi inconciliabili, ma è importante usare le giuste strategie.

Quando sono presenti anche delle problematiche emotivo-relazionali, inoltre, è necessario intervenire anche su questi aspetti aiutando la persona a gestire in maniera funzionale l’emotività e i rapporti con gli altri.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

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Bibliografia

Nardone G. (2003), Al di là dell’amore e dell’odio per il cibo. Guarire rapidamente dalle patologie alimentari, Ponte alle Grazie, Milano. 

Nardone G., Valteroni E. (a cura di) (2014), Dieta o non dieta, Per un nuovo equilibrio tra cibo, piacere e salute Ponte alle Grazie, Milano. 

LE ABBUFFATE ALIMENTARI

Al giorno d’oggi sono numerose le persone che, con frequenze e modalità diverse, sono vittime di un problema che non riescono a gestire: le abbuffate alimentari.

Cosa si intende per abbuffate alimentari?

Quando le persone si abbuffano mangiano molto di più di quello che dovrebbero e che vorrebbero, però in quei momenti non riescono proprio a controllarsi e non sanno fare diversamente. Dopo aver mangiato tanto, poi, spesso si sentono in colpa, a volte si mettono un po’ a dieta e fanno esercizio fisico nel tentativo di riparare agli eccessi. Solitamente si ripromettono di non ripetere più quell’esperienza, cosa che, però, di solito non riescono a fare perché le abbuffate si basano su impulsi irrefrenabili che difficilmente possono essere controllati con la volontà.

Abbuffate alimentari e alimentazione generale

Per poter superare il problema delle abbuffate alimentari è necessario lavorare sul modo in cui la persona percepisce ed utilizza l’alimentazione in generale per aiutarla a stabilire un rapporto equilibrato con il cibo, che può essere considerato non soltanto uno strumento di sussistenza, ma anche un piacere.

A volte le abbuffate si manifestano quando le persone seguono un regime alimentare che, per quelle che sono le proprie esigenze ed i propri gusti, è troppo restrittivo o comunque privo di alimenti che per la persona potrebbero essere irrinunciabili. Il fatto di vietarsi degli alimenti che piacciono conduce spesso all’abbuffata, così come il fatto di mangiare troppo poco, magari per il desiderio di recuperare il più in fretta possibile una forma fisica migliore. La maggior parte delle persone, infatti, non riesce a seguire in modo stabile un’alimentazione che considera poco piacevole e dopo averla rispettata per un periodo di tempo più o meno lungo, tende a ricercare i cibi che considera piacevoli, con i quali si può anche abbuffare.

E’, quindi, molto importante intervenire sulle credenze che le persone hanno in merito al cibo e alla giusta alimentazione e valutare la possibilità di far sperimentare un tipo di alimentazione almeno in parte diversa, più piacevole, ma comunque sempre salutare ed equilibrata. 

Abbuffate come forma di consolazione

Per altre persone, poi, le abbuffate sono connesse anche ad altre problematiche, come ad esempio il cercare di soffocare attraverso il cibo determinate sofferenze psicologiche che possono essere dovute, ad esempio, ad eventi specifici (come un abbandono, una situazione lavorativa difficile, un conflitto con un familiare) oppure a malesseri più ampi e generali (come la depressione, un vissuto di angoscia, la percezione di inutilità e di vuoto esistenziale). Sono molte, infatti, le persone che cercano di utilizzare il cibo come strumento per sfogare lo stress o per sedare la tristezza, l’ansia, la rabbia, la noia. Abbuffarsi può essere considerato, anche inconsapevolmente, un modo semplice e veloce per cercare sollievo ai propri malesseri. Raramente, però, è anche un metodo completamente risolutivo e salutare. In queste situazioni diventa importante analizzare il problema più ampio per aiutare la persona ad individuare le giuste strategie per gestire in modo funzionale le emozioni dalle quali a volte si sente travolta e per affrontare adeguatamente le difficoltà ed i problemi che incontra.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

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