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Erica Tinelli

Psicologa a Roma, Viterbo e Online

LA PROSTITUZIONE RELAZIONALE

Cos’è la prostituzione relazionale?

Lo psicologo e psicoterapeuta Giorgio Nardone parla di prostituzione relazionale per indicare quel fenomeno per il quale alcune persone sono estremamente disponibili verso gli altri e rispondono positivamente alle loro richieste per essere accettate ed apprezzate. La prostituta relazionale, quindi, si trova nella condizione di fare ciò che le viene chiesto anche quando vorrebbe fare qualcosa di diverso o quando ha altri impegni o programmi che tende a mettere da parte e trascurare per aiutare gli altri e far loro dei favori.

Quando questo copione si struttura in modo stabile, la prostituta relazionale si costruisce una trappola per la quale comincia a farsi apprezzare dagli altri per quello che fa più che per quello che è e continua a dire di sì perchè teme che facendo diversamente verrà rifiutata.

Prostituzione relazionale e identità personale

Per poter essere sempre disponibile verso gli altri, la prostituta relazionale molto spesso è costretta a mettere da parte le proprie attività, i propri desideri, i propri bisogni. Le sue esigenze e le sue priorità, quindi, passano in secondo piano rispetto a quelle altrui che cerca in ogni modo di soddisfare.

Questo modo di vivere può portare la persona a non costruire una sua identità personale o a perderla perché chi si abitua a fare sempre quello che gli altri vogliono, quello che gli altri si aspettano o quello che richiedono esplicitamente può arrivare al punto di non scoprire o di dimenticare quello che gli piace veramente, ciò che desidera davvero, quali sono i progetti di vita che vorrebbe realizzare.

Come è possibile uscire dal problema della prostituzione relazionale?

A volte la prostituta relazionale non è consapevole di questa problematica e si rivolge ad un esperto per affrontare altre problematiche, come ad esempio la depressione che, però, in questi casi rappresenta un effetto. In situazioni di questo tipo spesso uno dei primi passi da fare è quello di rendere la persona consapevole della prigione che si è costruita.

Capire le cose, però, in genere non equivale a saperle cambiare e, quindi, di solito è importante lavorare anche sullo sviluppo di particolari abilità che consentono alla persona di arrivare, gradualmente, a modificare il suo modo di rapportarsi agli altri e a costruire relazioni più equilibrate e sane.

Infine, può essere fondamentale intervenire anche sulla costruzione della propria identità e dei propri progetti e sulla gestione delle emozioni. Ad esempio, a volte chi presenta questo problema può essere molto arrabbiato con se stesso e/o con gli altri e deve imparare a canalizzare e a usare strategicamente questa collera che, altrimenti, può diventare distruttiva.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

Bibliografia

Nardone G. (2008). Solcare il mare all’insaputa del cielo. Ponte alle Grazie, Milano.