LO PSICOLOGO TRA VERITA’ E FALSI MITI
Quella dello psicologo è una professione riconosciuta e regolamentata dalla legge -legge 56/89-. E’ un lavoro molto diffuso e di notevole utilità. Nonostante questo, ci sono molti aspetti di questa professione che sono poco conosciuti o che possono destare dubbi e perplessità. In particolare, ci sono alcune osservazioni che ricorrono frequentemente e che, in alcuni casi, rappresentano delle vere e proprie falsità.
Quante volte abbiamo sentito o pronunciato queste frasi?
“Lo psicologo cura i pazzi”
Questa affermazione è probabilmente la più diffusa ed è difficile da comprendere perché, di volta in volta, bisognerebbe sapere cosa la persona intende per “pazzia”.
Lo psicologo, comunque, si occupa di aiutare persone che hanno delle difficoltà o dei problemi nei più svariati ambiti di vita. Ad esempio, è possibile chiedere una consulenza ad uno psicologo in relazione a questi aspetti:
- situazioni lavorative difficili, che causano stress eccessivo o conflitti
- comprensione e gestione delle proprie emozioni
- difficoltà relazionali come l’eccessiva timidezza, la percezione di rifiuto, le difficoltà comunicative
- problemi connessi all’umore, ad esempio ansia eccessiva o depressione
- paure di tutti i tipi, relative ad animali o situazioni -come uscire di casa da soli, prendere i mezzi pubblici, prendere l’aereo, timore di avere delle malattie, paura di perdere persone care, paura di sbagliare,… –
- problemi di tipo alimentare, nei quali rientrano l’anoressia, la bulimia, il binge-eating, ma anche difficoltà relative allo sviluppo di un rapporto il più possibile equilibrato e piacevole con il cibo, anche in assenza di patologie
- difficoltà nel prendere decisioni, che possono essere lavorative -cambiare lavoro, accettare o meno determinate proposte, trasferirsi-, relazionali -come ad esempio interrompere o meno una relazione-, relative allo studio -si pensi alla scelta della scuola o della facoltà universitaria,…-
- gestione di momenti particolarmente stressanti, come la nascita di un figlio, una crisi coniugale, la rottura di una relazione importante
- programmazione efficace delle varie attività quotidiane
- elaborazione di eventi traumatici come incidenti, abusi, perdita di persone care
La lista riporta alcuni esempi e non è esaustiva. Serve, tuttavia, ad evidenziare che lo psicologo si occupa di difficoltà e situazioni che possono essere quotidiane e che possono riguardare tutte le persone, anche quelle che dicono o pensano che lo psicologo è per i pazzi e che loro non ci andranno mai perché non sono pazze.
“E’ per le persone deboli”
Parlando con varie persone che hanno questa credenza, ho capito che spesso questo stereotipo è connesso al fatto che molti hanno difficoltà a comprendere la professionalità dell’intervento dello psicologo e credono che si vada dallo psicologo principalmente per essere ascoltati mentre ci si lamenta e per sentirsi dire qualcosa tipo “poverino, che brutta esperienza”, “deve essere difficile”, “presto le cose miglioreranno”, atteggiamenti considerati tipici delle persone deboli.
In realtà, però, la consulenza psicologica è tutt’altra cosa e serve per aiutare le persone ad affrontare e a superare specifiche difficoltà delle quali lo psicologo è esperto e per questo può fornire un contributo molto importante per arrivare alla soluzione.
D’altra parte chi ha una carie e va dal dentista in genere non si sente una persona debole, così come chi ha bisogno di una consulenza legale e va da un avvocato o chi ha dei malesseri fisici e si rivolge al medico di base. Perché mai, allora, si dovrebbero considerare persone deboli quelle che vanno da uno psicologo perchè hanno delle difficoltà che questo professionista può risolvere?
Anzi, andare da un professionista significa aver riconosciuto di avere un problema e aver deciso di volerlo superare e questa è una scelta coraggiosa perché richiede impegno.
“La nostra più grande debolezza sta nella rinuncia” (Edison) e decidere di tenersi un problema o un proprio limite molto fastidioso per non rivolgersi ad un professionista non è una rinuncia?
“Se parlo con un amico è la stessa cosa…perché andare da uno psicologo?”
“Semplicemente” perché lo psicologo ha fatto 5 anni di università, un anno di tirocinio e un esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione. A tutto questo spesso si accompagna un’ulteriore formazione -corsi, master, specializzazioni, ecc…-.Un amico, invece, non ha questa formazione e, quindi, solitamente non possiede gli strumenti adeguati per poter aiutare in modo professionale. Questo ovviamente non significa che parlare con amici o familiari è completamente inutile e che il loro supporto non serve a niente. Si tratta, però, di ruoli completamente diversi rispetto a quelli di un professionista e, quindi, assolvono funzioni diverse.
In determinate situazioni è indispensabile rivolgersi ad un esperto del settore, possibilmente prima che la situazione peggiori. I consigli forniti da amici e parenti a volte non solo non migliorano la situazione, ma contribuiscono anche a peggiorarla perché alcune credenze che derivano dal senso comune sono del tutto errate. Il desiderio di aiutare non è sufficiente e a volte “E’ con le migliori intenzioni che si producono gli effetti peggiori” (Oscar Wilde).
“La terapia è troppo lunga, dura anni”
La durata della terapia dipende da una serie di variabili, tra le quali l’approccio seguito dal professionista e la complessità della situazione della persona.
Per quanto riguarda l’approccio seguito dallo psicologo, questo è un aspetto che può essere approfondito fin dai primi contatti per valutare se è congruente con le proprie esigenze ed aspettative. In generale, però, è possibile affermare che si stanno sviluppando sempre di più approcci brevi, con una durata complessiva che può essere anche di 5-10 colloqui (dipende dal caso, ovviamente!) e con miglioramenti già a partire dalle prime sedute.
La durata, inoltre, dipende molto anche dal tipo di problema: se è pervasivo ovviamente richiede più tempo. In riferimento a questo aspetto, quindi, per fare in modo che la consulenza sia più beve possibile la persona dovrebbe rivolgersi allo psicologo quando il problema che presenta si è appena sviluppato e non attendere che peggiori.
“Lo psicologo è inutile, fa solo parlare”
Gran parte del lavoro dello psicologo si basa sul dialogo, ma questo non è affatto banale e poco rilevante. Non si tratta, insomma, di fare 4 chiacchiere come si potrebbe fare con un amico o con un collega. Attraverso un colloquio condotto in modo professionale, infatti, lo psicologo può:
- rendere le persone consapevoli dei meccanismi di funzionamento dei loro problemi, aspetto che già da solo, a volte, può portare ad un miglioramento
- aiutare le persone a considerare la situazione da punti di vista diversi
- favorire la comprensione delle proprie risorse
- provocare la rottura di modalità di pensiero e di comportamento rigide e disfunzionali
Inoltre, non sempre la consulenza si basa esclusivamente sul dialogo. Molto spesso, infatti, vengono assegnati alla persona esercizi di vario tipo da fare tra una seduta e l’altra e che contribuiscono alla risoluzione del problema.
“Lo psicologo è costoso”
Sicuramente la prestazione dello psicologo ha un prezzo, così come quella di qualsiasi altro professionista. Molto spesso, però, dire o pensare che lo psicologo è costoso rappresenta una scusa per giustificare a se stessi -e forse, a volte, anche agli altri- il fatto che non si sta facendo niente per risolvere i propri problemi o per migliorare la propria vita.
Tante persone che dicono che non vanno dallo psicologo perché è costoso spendono gli stessi soldi -o anche di più- per andare dall’estetista, dalla parrucchiera, in palestra, a fare qualche viaggio, a farsi dei tatuaggi. Si tratta, quindi, di comprendere quali sono le proprie priorità e agire di conseguenza tenendo in considerazione anche il fatto che anche la scarsa attenzione al proprio benessere ha un costo, anche se non necessariamente o non esclusivamente economico.
E a chi ha davvero problemi economici ricordo che esiste anche il servizio pubblico.
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