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Erica Tinelli

Psicologa a Roma, Viterbo e Online

STRAPPARSI PELI E CAPELLI: LA TRICOTILLOMANIA

Le caratteristiche della tricotillomania

Chi soffre di tricotillomania si strappa continuamente i capelli, i peli, le ciglia, le sopracciglia. La persona vive con disagio il problema, anche a causa delle conseguenze estetiche che comporta, e per questo cerca, senza riuscirci, di eliminare o di ridurre questo comportamento.

Lo strapparsi i peli e i capelli può subentrare in momenti di ansia o noia e, spesso, produce un senso di gratificazione, di sollievo, di soddisfazione, di piacere. Può essere un comportamento automatico oppure, al contrario, può essere accompagnato da attenzione e da consapevolezza.

La maggioranza delle persone con un disturbo di tricotillomania ha anche altri comportamenti ripetitivi focalizzati sul corpo, come ad esempio lo stuzzicarsi la pelle, il mangiarsi le unghie, il morsicarsi il labbro.

Le conseguenze del disturbo

Strapparsi i peli, i capelli, le ciglia e le sopracciglia può provocare irritazioni e lesioni e, in alcuni casi, si verificano dei danni irreversibili sulla crescita o sulla qualità dei capelli. Tutto questo, in genere, provoca anche una compromissione della vita lavorativa e sociale perché la persona si vergogna per la propria immagine e si isola.

Inoltre, nel caso in cui i peli e i capelli vengono anche ingeriti è possibile che si verifichino una serie di problematiche gastrointestinali come la nausea, il vomito, i dolori addominali, l’ostruzione e la perforazione dell’intestino.

Il trattamento della tricotillomania nella terapia breve strategica

La terapia breve strategica considera la tricotillomania come un particolare tipo di disturbo ossessivo-compulsivo nel quale la compulsione è lo strappamento di peli e di capelli. Inoltre, l’emozione di base provata dalla persona non è la paura, ma il piacere.

Il trattamento della tricotillomania prevede delle prescrizioni ben precise che aiutano la persona a gestire e a superare il suo problema. L’obiettivo è quello di fare in modo che il comportamento problematico venga completamente interrotto, ma usando tecniche e principi non ordinari, che possono apparire bizzarri o assuri. Ad esempio, inizialmente la persona non sarà in grado di interrompere la sua compulsione (d’altra parte è ciò che ha provato già a fare in autonomia), ma potrà essere guidata ad eseguirla con specifiche modalità che le consentiranno di interrompere l’automatismo e di imparare ad assumere, gradualmente, il controllo sulla compulsione. In una fase successiva si arriverà ad estirpare completamente il comportamento problematico.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

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Per approfondire

Biondi M. (a cura di) (2014). DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.  Raffaello Cortina Editore, Milano.

Nardone G., Portelli C. (2013). Ossessioni compulsioni manie. Capirle e sconfiggerle in tempi brevi. Ponte alle Grazie, Milano.