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Erica Tinelli

Psicologa a Roma, Viterbo e Online

IL VANTAGGIO SECONDARIO OVVERO LO STARE MALE FA ANCHE UN PO’ BENE

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Hai mai sentito parlare di vantaggio secondario?

Ci sono tante persone che vivono in uno stato di malessere ma, nonostante questo, non fanno niente per cercare di cambiare la situazione. Non reagiscono, non si attivano per trovare una soluzione, non provano a fare dei tentativi diversi da quelli che hanno sempre fatto, non accettano i consigli degli altri, non vogliono essere seguiti da dei professionisti.

Perché questo avviene? Perché delle persone che stanno male non fanno niente per provare a stare meglio?

Sicuramente ci sono tante possibili spiegazioni a questo fenomeno. È possibile, ad esempio, che la persona non sappia proprio cosa fare, che abbia bisogno di riflettere per un po’ sulla strada migliore da seguire. Può darsi che sappia cosa fare, ma che non riesca a farlo perchè non conosce le giuste strategie. È possibile che non accetti aiuti esterni perché le sembrano inadeguati alla situazione oppure perché non ha individuato una persona alla quale ritiene giusto affidarsi.

C’è, però, anche un’altra possibile spiegazione che fa riferimento ad un tema molto delicato, il cosiddetto vantaggio secondario.

Che cos’è il vantaggio secondario?

Il vantaggio secondario fa riferimento a tutti gli aspetti positivi del vivere in una condizione di malessere. Forse può sembrare assurdo, ma le persone che hanno un disagio psicologico ricavano anche dei benefici da questa loro condizione. Possono essere vantaggi molto vari. Si può trattare, ad esempio, di ricevere molte più attenzioni dagli altri, di poter delegare una parte dei propri compiti, di non assumersi una parte delle proprie responsabilità, di rimandare delle decisioni o di evitare di affrontare situazioni critiche.

Pensate, ad esempio, ad una persona che è triste da un po’ di tempo. Può succedere che i familiari e gli amici le chiedano più volte come sta, così come possono offrirsi di svolgere alcune incombenze al posto suo per aiutarla, possono proporle di fare qualcosa di divertente per distrarsi. Situazioni simili possono verificarsi per problemi di vario tipo che si possono protrarre anche molto a lungo. Si viene a strutturare, così, un sistema nel quale la persona che sta male riesce ad ottenere anche dei vantaggi per il fatto stesso di stare male e questo, ovviamente, può ostacolare il cambiamento.

Le persone che vivono in uno stato di sofferenza spesso non condividono questa prospettiva e dichiarano di voler star bene a tutti i costi. Questa reazione non sorprende perché si tratta di un fenomeno che può essere inconsapevole. Non è che la persona si mette a tavolino a pensare a come un problema la potrebbe portare ad ottenere dei vantaggi!

Il vantaggio secondario sminuisce la sofferenza delle persone?

No. Il fatto che molte difficoltà psicologiche nascondono un vantaggio di tipo secondario non sminuisce la sofferenza della persona che vive comunque in una condizione di disagio che le impedisce di ottenere in modo più funzionale i vantaggi che ottiene stando male.

Il vantaggio secondario è semplicemente un aspetto molto importante sul quale riflettere quando le persone manifestano una forma di malessere e sembrano non fare abbastanza per cercare di superarlo. Se questo elemento è presente, infatti, finchè non viene preso in considerazione e gestito adeguatamente, è difficile che si riesca a risolvere efficacemente una situazione problematica.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

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