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Erica Tinelli

Psicologa a Roma, Viterbo e Online

BENESSERE INDIVIDUALE COME REQUISITO DEL BENESSERE NELLA COPPIA

Quante volte in riferimento ad una relazione amorosa avete sentito dire o avete detto cose come “Non posso stare senza di lui/lei”, “È la mia vita”, “Ho messo da parte i miei bisogni per lui/lei”? Forse a qualcuno queste frasi possono anche sembrare romantiche. Se veritiere, però, ossia se rappresentative di pensieri e comportamenti effettivi, possono essere indicatori di qualcosa che può compromettere il proprio benessere.

Benessere vuol dire stare con l’altro senza rinunciare a sé

Per sviluppare una relazione sana e felice e stare bene con l’altro è necessario prima di tutto stare bene con se stessi ed essere realizzati e soddisfatti. Solo a questa condizione il rapporto di coppia potrà rappresentare un valore aggiunto, qualcosa che migliora la propria vita che, però, anche in assenza dell’altro è già serena.

Quando, invece, non si sta bene con se stessi e si investe tutto in una relazione capita molto spesso di mettere in atto dei comportamenti disfunzionali che hanno a che fare con il ricercare nella coppia qualcosa che manca a livello personale. Ad esempio, alcune persone che non sono soddisfatte del proprio lavoro possono concentrarsi sulla relazione, ma l’aspetto di insoddisfazione personale sarà sempre e comunque presente. Nella migliore delle ipotesi potrà essere un po’ camuffato. In questo modo il rapporto con l’altro potrebbe anche diventare l’ambito nel quale sfogare le proprie frustrazioni, non necessariamente in modo consapevole ed esplicito, ma in maniera comunque distruttiva.

Un altro errore che spesso si fa quando ci si concentra molto sullo sviluppo di una relazione quando sarebbe prima necessario pensare a sé è quello di costruire rapporti che si basano principalmente sull’aiuto che l’altro può fornire. È il caso, ad esempio, delle persone che si appoggiano a chi può aiutarle economicamente, a chi può rispondere prontamente alle continue richieste di rassicurazioni, a chi è possibile delegare molte attività.

Quelle accennate sono tutte situazioni nelle quali mancano i presupposti affinchè la relazione possa essere davvero basata sul benessere, equilibrata e arricchente.

Una riflessione su di sé e sulla coppia

Alcune persone a volte hanno difficoltà a capire se stanno vivendo il rapporto di coppia in modo ottimale senza rinunciare alla propria individualità e alla propria realizzazione. Per iniziare ad analizzare questo aspetto è possibile chiedersi: “chi sono io?”, “chi vorrei essere?”. Che aggettivi, ambiti, ruoli vi sono venuti in mente? Le risposte a queste domande possono essere un ottimo punto di partenza per definire la situazione attuale e quella desiderata e agire di conseguenza.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

IL LITIGIO NELLA COPPIA

Il litigio nella coppia spesso viene considerato come un indicatore di malessere e di crisi che provoca disagio e che deve essere evitato a tutti i costi. Non necessariamente, però, il litigio assume una connotazione negativa e, anzi, in alcuni casi può anche avere dei vantaggi.

Quando il litigio nella coppia è distruttivo?

Il litigio è distruttivo quando viene utilizzato per sfogare ostilità e rabbia accumulata nel corso del tempo o quando rappresenta uno strumento per ferire l’altra persona.

Il litigio, inoltre, può essere distruttivo anche quando è troppo frequente, al punto tale che rappresenta la principale attività della coppia e toglie costantemente spazio a tutto il resto.  

Al contrario, il litigio può essere costruttivo quando interrompe la chiusura che a volte si viene a creare tra partner perchè serve a chiarire alcuni aspetti sui quali non c’era mai stato un confronto adeguato.

Alcune indicazioni per “litigare bene”

Le indicazioni fornite di seguito sono, ovviamente, generali in quanto per poter fornire consigli adeguati ad una specifica circostanza bisognerebbe analizzarla nel dettaglio.

Prima di tutto il litigio dovrebbe essere focalizzato su aspetti specifici e circoscritti -come ad esempio determinati comportamenti avuti in alcune circostanze- evitando di tirare in ballo interpretazioni personali oppure elementi estremamente ampi e vaghi –come ad esempio “sei troppo egoista”- che non permettono di comprendere adeguatamente quello che l’altro sta recriminando.

Il litigio, inoltre, dovrebbe riguardare questioni piuttosto recenti. Tirare in ballo, magari con aggressività, cose che ormai appartengono ad un lontano passato e che non possono essere più cambiate, infatti, servirebbe solo ad accusare l’altra persona e non a cercare una soluzione ai propri conflitti.

È importante anche dedicarsi al litigio in luoghi e momenti opportuni quando si ha il tempo necessario per confrontarsi e quando non c’è il rischio di creare ulteriori disagi e problemi come può avvenire, ad esempio, quando si litiga davanti a figli o amici.

Durante il litigio, poi, può essere normale arrabbiarsi, alzare un po’ i toni, ma è fondamentale rispettare sempre i limiti ed evitare di andare a toccare le “aree sensibili” dell’altra persona, ossia quegli aspetti sui quali si sente debole e vulnerabile. Questo, infatti, potrebbe creare un conflitto insanabile.

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

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Bibliografia

Gulotta G. (2017). Commedie e drammi nel matrimonio. Feltrinelli, Milano.