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Erica Tinelli

Psicologa a Roma, Viterbo e Online

BISOGNA ACCETTARSI PER CIO’ CHE SI E’?

Spesso si sente dire che è importante accettarsi per ciò che si è. Viene considerata una cosa molto difficile da fare, ma che può donare una grande serenità e pace interiore.

Dal mio punto di vista questo ragionamento è vero solo in parte. Non sempre è così e non sempre bisogna accettarsi per quello che si è.

Sicuramente la perfezione non esiste e cercare a tutti i costi di raggiungerla sarebbe una lotta estenuante ed inutile. Dobbiamo accettare di avere dei difetti e delle caratteristiche che non possono essere cambiate e che, per questo, vanno accettate così come sono. Questo vale per alcune caratteristiche fisiche o per alcuni aspetti della propria personalità che, anche se possono essere armonizzati e resi flessibili e funzionali, non possono però essere stravolti. In tutti questi casi bisogna accettarsi per quello che si è, imparando a valorizzare gli elementi positivi e ad accogliere anche quello che non ci piace, gestendolo nel modo migliore possibile.

Per la maggior parte delle cose, però, è possibile apportare dei cambiamenti che possono farci stare meglio con noi stessi e con gli altri e che possono consentirci di raggiungere obiettivi per noi importanti. In queste situazioni, per quale motivo dovremmo accettare ciò che siamo, se è possibile essere migliori? Perché dovremmo accontentarci? Non accettare completamente alcuni aspetti di sé, infatti, non è necessariamente un indicatore di scarsa autostima, ma può rappresentare una motivazione a raggiungere traguardi sempre più significativi.

La predisposizione naturale dell’uomo probabilmente non è quella di accettare ciò che capita, ma di agire proattivamente per apportare dei cambiamenti, sia in riferimento all’ambiente esterno, sia in riferimento alla propria persona.

Provate ad immaginare che cosa sarebbe successo se nel corso del tempo ci fossimo accettati sempre e comunque per quello che siamo, senza impegnarci per essere qualcosa di diverso.

Partendo dall’infanzia, probabilmente non avremmo mai imparato neanche a camminare perché nel momento in cui siamo nati non sapevamo farlo ed è una cosa che per essere appresa richiede molti sforzi ed energie.

Allo stesso modo, probabilmente non avremmo imparato neanche a parlare o comunque ci saremmo espressi sempre in forma molto semplice ed elementare rispetto a come facciamo normalmente.

Non avremmo imparato a leggere e a scrivere e, di conseguenza, non saremmo in grado di fare molte cose che, invece, facciamo quotidianamente.

Non avremmo imparato ad andare in bici, a guidare, a cucinare, ad usare lo smarthphone o il computer, a fare il nostro lavoro, così come la maggior parte delle cose che oggi siamo in grado di fare grazie al nostro impegno e all’allenamento.

Se dobbiamo accettarci per ciò che siamo non avremmo imparato tutto questo perché sarebbe stato sufficiente fare ciò che eravamo in grado di fare già alla nascita, ossia ben poco. E se non ci siamo accontentarci da bambini quando eravamo molto più indifesi e con poche abilità, perché dovremmo accontentarci ora?

Dott.ssa Erica Tinelli

3884462095

erica.tinelli@hotmail.it

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Cos’è la resilienza?

Lutti, rotture di relazioni importanti, conflitti familiari, difficoltà economiche, lavorative, di salute, periodi particolarmente stressanti…sono tutte situazioni difficili da affrontare per chiunque e potenzialmente capaci di compromettere il proprio benessere.

La resilienza può essere definita come la capacità di affrontare questi (e anche altri) eventi.

Le esperienze difficili possono provocare uno stato di malessere molto forte che si può esprimere con una profonda tristezza, con la disperazione, ma anche con la rabbia, l’aggressività, l’ansia, la percezione di non valere nulla, di non avere speranza, di non riuscire ad affrontare la cosa. Però, dopo una fase iniziale di disagio e con dei tempi che possono variare molto da persona a persona e anche in base all’evento critico che si è verificato, è necessario cominciare ad affrontare la cosa, a riprendere le attività quotidiane, a riorganizzare la propria vita per trovare un nuovo equilibrio. Tutto questo avviene grazie alla resilienza, che ci permette anche di uscire rafforzati da queste esperienze che ci hanno messo alla prova e che ci hanno portato a sviluppare delle risorse.

Alcuni consigli per sviluppare la resilienza

Accrescere la resilienza, quindi, è molto importante per evitare l’eventualità di essere messi ko dalle difficoltà più o meno grandi che si incontrano nella vita e per imparare a gestirle senza esserne travolti.

Ecco qualche piccolo consiglio per iniziare a coltivare la resilienza.

Affrontare le situazioni stressanti

Chiunque, a volte, potrebbe avere la tentazione di evitare delle situazioni che provocano un po’ di ansia e di stress. È bene, sapere, però, che evitando spesso le situazioni difficili ci si priva della possibilità di sviluppare le proprie risorse e si diventa sempre più incapaci e autonomi

Non appoggiarsi sempre agli altri

Anche ricercare costantemente l’aiuto ed il supporto degli altri in situazioni difficili non ci rafforza. Certamente in alcune situazioni l’aiuto di amici e familiari può essere molto importante ed indispensabile, ma non deve essere una stampella costantemente presente e senza la quale non siamo in grado di camminare

Porsi delle piccole sfide per avere più resilienza

Questo rappresenta un ulteriore passaggio rispetto ai precedenti perché implica anche l’andare a trovare volontariamente situazioni potenzialmente difficili da gestire ma comunque alla nostra portata. Ci si posso porre, ad esempio, dei piccoli obiettivi ambiziosi, così come ci si può sperimentare nello svolgimento di cose mai fatte o di situazioni mai vissute.

Imparare ad essere flessibili

Tutti noi possiamo incontrare degli imprevisti o avere a che fare con situazioni che vanno al di là dei nostri schemi mentali e che possono orientarci a guardare le cose da altre prospettive. Accettare questi aspetti, usarli come strumenti di crescita e proprio per questo andare anche a ricercare queste esperienze può essere d’aiuto per sviluppare la capacità di essere flessibili e quindi di sapersi adattare e di saper integrare elementi diversi, indispensabili per affrontare le situazioni difficili

Sviluppare abilità trasversali

Oltre alla flessibilità, ci sono altre abilità trasversali sulle quali è possibile lavorare per poter affrontare meglio gli eventi critici. Tra queste troviamo la capacità di gestione delle emozioni, dello stress, di problem-solving, di gestione delle relazioni

Non possiamo evitare le difficoltà, ma possiamo fare qualcosa per prepararci ad affrontarle al meglio.

Dott.ssa Erica Tinelli

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LA CONNESSIONE TRA MENTE E CORPO

Mente e corpo non sono due realtà completamente distinte, ma fortemente interconnesse.

Le nostre esperienze emozionali possono avere un impatto molto forte sulla nostra salute fisica. Al tempo stesso, anche fattori prettamente biologici possono influenzare il nostro benessere psicologico.

Esistono tantissimi esempi che mettono in evidenza l’interdipendenza tra mente e corpo.

Il nanismo psicosociale è un disturbo molto raro ma molto grave che si caratterizza per un forte rallentamento della crescita fisica nei bambini che sono stati sottoposti a forme estreme di deprivazione emozionale. Questo avviene, ad esempio, nei casi di abusi o di assenza di una figura di riferimento che possa rappresentare un sostegno in situazioni di disagio e di malessere.

Un esempio di come i fattori biologici possono influenzare il benessere psicologico, invece, può essere rappresentato dalla depressione post-partum. Si tratta di un malessere abbastanza diffuso che si manifesta nelle fasi successive al parto e che può essere determinato in parte dai cambiamenti ormonali.

Ci sono tanti altri fenomeni che testimoniano il legame indissolubile tra mente e corpo.

Tra questi troviamo una problematica che può riguardare chiunque: lo stress. Numerose ricerche hanno dimostrato che nei periodi di forte stress psicologico siamo più vulnerabili alle infezioni virali o batteriche. Le persone più stressate in generale hanno una maggiore probabilità di ammalarsi ed è probabile anche che contraggano un’infezione più grave rispetto alle persone non stressate. Questo legame, inoltre, è particolarmente forte quando le persone stanno affrontando esperienze stressanti prolungate nel tempo (come può avvenire in caso di disoccupazione o di problemi familiari di lunga durata). Diverso, invece, è il caso in cui le persone affrontano uno stressor acuto ma breve, presente da meno di un mese. Ovviamente, però, lo stress da solo non è in grado di far insorgere un’infezione in assenza dell’esposizione ad un agente infettivo. Lo stress, inoltre, può contribuire anche al manifestarsi di problematiche relative all’ipertensione, alle malattie delle coronarie, all’emicrania.

Anche il burnout (un particolare tipo di stress lavorativo che è connesso principalmente al contatto con altre persone) spesso comporta anche delle manifestazioni di tipo fisico, come mal di testa, mancanza di energie, dolori muscolari, influenza.

Un’altra variabile psicologica in grado di influenzare la nostra salute fisica è lo stile di attribuzione in termini di pessimismo o di ottimismo.

Questa variabile riguarda il modo in cui le persone spiegano gli eventi di vita positivi e negativi. Lo stile pessimistico è la tendenza a considerare gli eventi negativi stabili (ci saranno sempre), globali (presenti in ogni ambito) e interni (dovuti alle proprie caratteristiche). Ad esempio, una persona pessimista che perde le chiavi potrebbe pensare che perde sempre le cose (attribuzione stabile), che non riesce a gestire niente (attribuzione globale), che è irresponsabile (attribuzione interna).

Al contrario, una persona ottimista nella stessa situazione potrebbe pensare che le capita raramente di perdere le chiavi, che riesce a gestire tutte le altre cose e che probabilmente è stata molto stressata dall’aumento di lavoro dell’ultima settimana. Le persone con uno stile di attribuzione pessimistico hanno minori difese immunitarie e, di conseguenza, hanno condizioni di salute più precarie. Ovviamente un’attitudine ottimistica, da sola, non basta a mantenere le persone in buona salute, ma esercita comunque un’influenza notevole, anche perché contribuisce ad attuare dei comportamenti che, a loro volta, influenzano la salute, come ad esempio fare esercizio fisico. Le persone ottimiste, infatti, in genere ritengono che avere uno stile di vita salutare contribuirà al loro benessere e tendono, quindi, ad impegnarsi in questa direzione.

Dott.ssa Erica Tinelli

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erica.tinelli@hotmail.it

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Bibliografia

Hansell J., Damour L. (2007). Psicologia clinica. Zanichelli, Bologna.

Seligman M. E. P. (2013). Imparare l’ottimismo. Come cambiare la vita cambiando il pensiero. Giunti, Firenze.

GUARDARE LA REALTA’ DA PROSPETTIVE DIVERSE

Guardare la realtà da prospettive diverse è molto importante perchè “L’illusione più pericolosa è quella che esista soltanto un’unica realtà” Watzlawick

Spesso le persone, senza neanche accorgersene, considerano le proprie percezioni ed idee come rispecchiamento oggettivo della realtà e di ciò che è corretto fare o pensare.

In realtà, però, solitamente ogni situazione può essere interpretata in tanti modi diversi. Il proprio modo di vedere le cose, quindi, non è né l’unico, né il migliore. Vi è mai capitato di parlare con una persona che in riferimento a specifici eventi aveva dato un’interpretazione completamente diversa dalla vostra? Oppure di conoscere qualcuno che ha un pensiero opposto al vostro su determinate tematiche nei più svariati ambiti? Non c’è niente di sorprendente in questo. Si tratta semplicemente di modi diversi di vedere le cose, di interpretare le situazioni e di vivere la vita.

Ogni persona ha le proprie caratteristiche che la portano a vedere la realtà in un certo modo. E’ importante, però, anche mantenere un certo grado di flessibilità che permette di prendere in considerazione altre possibilità.

Perché è importante imparare a guardare la realtà da prospettive diverse?

La capacità di guardare la realtà da prospettive diverse ci aiuta a comprendere meglio gli altri, le loro scelte ed i loro comportamenti. Questo aspetto, a sua volta, migliora le relazioni sociali perché una persona che si sente capita ed accettata ha più piacere ad aprirsi, a condividere delle cose, ad impegnarsi per far star bene l’altro e a fornire aiuto e supporto in caso di necessità.

Questa abilità, inoltre, ci può essere d’aiuto anche perché guardare le cose da prospettive diverse a volte consente di individuare possibili soluzioni o comunque opportunità di miglioramento di situazioni problematiche oppure non ottimali.

Come si può imparare?

Sicuramente confrontarsi con gli altri può essere una prima strada da seguire, soprattutto se si conoscono persone molto diverse. Con loro sarà importante interagire con un atteggiamento basato su un’autentica volontà di comprendere e non di giudicare.

Per allenarsi alla flessibilità è possibile anche pensare a vari eventi e comportamenti e ricercarne quante più spiegazioni possibili, evitando di limitarsi solo alle più ovvie. Inoltre, è possibile anche ricercare in azioni o scelte altrui che sembrano completamente negative e sbagliate qualche elemento di positività e viceversa.

 Dott.ssa Erica Tinelli

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3 STRUMENTI CHE FORSE NON CONOSCI PER MIGLIORARE TE STESSO

LA COLTIVAZIONE DEL PIACERE

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“Nessuno può vivere senza il piacere”
 
Sant’Agostino

Molte persone tendono a focalizzarsi sullo svolgimento dei propri doveri, trascurando, invece, il piacere. Basti pensare al modo di dire “prima il dovere e poi il piacere” che per molti rappresenta un punto di riferimento quotidiano.

Sicuramente nella vita ognuno di noi ha molti doveri. Non si può fare sempre e soltanto ciò che si vuole perchè ci sono degli obblighi di vario tipo da rispettare. Non sempre, però, i doveri devono avere la precedenza sui piaceri, anche perché la lista delle che cose da fare spesso è molto lunga ed aspettare che termini prima di poter fare qualcosa di piacevole sarebbe controproducente per il proprio benessere ed anche per la propria produttività.

Anche il piacere è una dimensione fondamentale della vita e deve essere adeguatamente coltivato. Non si può pensare di vivere serenamente senza prestare la dovuta attenzione a questo aspetto. Come fare?

Inserire il piacere ovunque

La prima cosa da fare per coltivare il piacere è ricercarlo o crearlo in tutte le attività, anche quelle che sono noiose o stressanti. Ad esempio, se una persona non vuole andare a lavoro ma ama camminare potrebbe decidere fare una bella passeggiata prima di andare in ufficio per predisporsi al meglio a quello che l’attende. Se una persona considera noiosi i lavori domestici, potrebbe decidere di farli ascoltando una musica che le dà la carica o che la rilassa.

È possibile anche concedersi un piccolo premio dopo aver fatto qualcosa che sembrava davvero pesante e che (forse) si rimandava da un po’ di tempo.

Creare spazi di piacere e relax

Ricercare e creare il piacere in ogni attività, però, non è sufficiente. Il piacere, infatti, non deve essere un aspetto secondario della nostra vita ed ha anche bisogno, quindi, di spazi esclusivi.

Ogni giorno, quindi, bisognerebbe ritagliarsi almeno qualche piccolo spazio di piacere e relax, nel quale fare solo ciò che si vuole, anche quando i doveri non sono finiti.

La scelta di cosa fare è molto soggettiva. Alcune persone trovano piacevole passeggiare, altre leggere, altre cucinare, altre ascoltare la musica. C’è, poi, anche chi è così poco abituato a dedicarsi al proprio piacere da non sapere cosa fare e allora dovranno esplorare varie possibilità.

Questo spazio quotidiano piacevole è importante perché consente di rigenerarsi, recuperando le energie che consentono di svolgere al meglio anche i propri doveri. E se per  ritagliarsi uno spazio quotidiano di piacere è necessario rinunciare o rimandare lo svolgimento di un dovere, magari anche piccolo, non è una tragedia.  Anzi, potrebbe essere un utile allenamento progressivo per accettare il fatto che non possiamo essere perfetti e che non possiamo pretendere da noi l’impossibile.

Capire quando i piaceri devono avere la priorità

Proprio in virtù del fatto che il dedicarsi ai piaceri può avere un potere rigenerante molto importante, è fondamentale comprendere quando questo deve essere sfruttato al massimo. Ci sono, infatti, situazioni nelle quali sarebbe opportuno mettere i piaceri completamente davanti ai doveri e cioè quando ci si trova in uno stato di tristezza o in una situazione nella quale qualcosa non è andato come avremmo voluto. In questi casi il modo migliore per ripartire potrebbe essere proprio quello di dedicarsi a qualcosa che piace per acquisire serenità ed energia. Dedicarsi subito ai doveri, invece, potrebbe essere frustrante e potrebbe rendere le persone ancora più tristi.

Non sottovalutate l’importanza ed il potere del piacere. Ricercatelo e coltivatelo al meglio. 

 Dott.ssa Erica Tinelli

ATTIVITA’ FISICA E BENESSERE

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L’attività fisica è fondamentale per il nostro benessere. La ricerca scientifica, infatti, dimostra che le persone che fanno regolare esercizio fisico hanno maggiori probabilità di vivere più a lungo in quanto l’attività regolare porta allo sviluppo di una buona forma fisica che, a sua volta, riduce il rischio di morte precoce per una serie di cause, come diabete mellito, patologie coronariche, fibrosi cistica.

Non tutti sanno, però, che l’attività fisica ha un impatto positivo anche sul benessere psicologico.

Attività fisica e benessere psicologico

L’attività fisica prolungata facilita il rilascio della dopamina, un neurotrasmettitore cerebrale che aiuta a ridurre le emozioni negative e che promuove le emozioni positive.

Contribuisce, inoltre, alla prevenzione di forme di disagio psicologico anche piuttosto serie come la depressione. Una ricerca condotta da Harvey e colleghi su quasi 34000 persone ha dimostrato che l’esercizio fisico regolare è un fattore protettivo nei confronti della depressione, indipendentemente dall’intensità ed anche quando viene svolto anche solo per un’ora alla settimana. Gli autori stimano che facendo attività fisica per almeno un’ora a settimana si potrebbero prevenire circa il 12% dei casi di depressione.

L’esercizio fisico, inoltre, riduce la percezione di tensione e la risposta cardiaca allo stress mentale. Ciò significa che, a parità di condizioni stressanti, coloro che fanno attività fisica regolare manifestano una frequenza cardiaca inferiore rispetto a coloro che non fanno alcun tipo di attività.

Un ulteriore elemento potenzialmente positivo di alcune tipologie di attività (ad esempio gli sport di squadra oppure qualsiasi sport effettuato in palestra o in luoghi nei quali è possibile incontrare altre persone) è la possibilità di sviluppare relazioni sociali, che a loro volta possono contribuire alla promozione del benessere e alla prevenzione del disagio psicologico.

Qualche indicazione per iniziare

Molte persone non su dedicano all’attività fisica e conducono una vita prevalentemente sedentaria. Considerati i benefici dell’esercizio fisico, però, sarebbe opportuno valutare la possibilità di cambiare stile di vita.

Ecco due consigli per chi desidera introdurre l’attività fisica nella propria vita:

  1. Inizia scegliendo ciò che ti piace. Non decidere sulla base di quelle che potrebbero essere le attività migliori per ottenere un determinato fisico, per dimagrire più velocemente o per sfogare maggiormente lo stress. Fai quello che ti sembra più interessante. Se non sai cosa potrebbe piacerti, sperimenta più cose. Inizialmente, infatti, è importante attivarsi, in qualsiasi modo. Tutti i tipi di attività fisica sono salutari. Alcuni possono essere meno efficaci nel raggiungere determinati scopi, ma se l’attività scelta non risulta piacevole è molto probabile che verrà abbandona piuttosto rapidamente.
  2. Poniti obiettivi realistici. Se non sei abituato a fare movimento è improbabile che tu riesca a dedicarti subito ad attività molto faticose o che richiedono molto tempo. Se definisci un obiettivo troppo grande costruisci a tavolino la tua sconfitta. Comincia con un obiettivo piccolo e fattibile, ad esempio camminare mezz’ora 3 volte a settimana. Se che riesci bene puoi porti degli obiettivi più impegnativi.

Non dire che non hai tempo, il tempo per le cose che si considerano importanti si trova! Se non lo fai è perché scegli di non farlo.

Dott.ssa Erica Tinelli

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Bibliografia

Giannini, A. M., (2008), “Stile di vita, stress e salute”, in N. R. Carlson, Heth C.D., Miller H., Donahoe J. W., Buskist W., Martin G. N., Psicologia. La scienza del comportamento. Piccin, Padova.

Harvey, S. B., Øverland, S., Hatch, S. L., Wessely, S., Mykletun, A., & Hotopf, M. (2017). Exercise and the Prevention of Depression: Results of the HUNT Cohort Study. The American Journal Of Psychiatry.